Mario Pepe
Un intervento altamente complesso ha restituito a un ragazzo di sedici anni la possibilità di camminare, respirare meglio e guardare al futuro con speranza. È accaduto presso il Policlinico “Vanvitelli” di Napoli, dove un giovane affetto da una grave scoliosi con una curvatura superiore ai 130 gradi, è stato sottoposto con successo a due operazioni chirurgiche.
A guidare l’equipe un’eccellenza della chirurgia vertebrale italiana: il professor Enrico Pola, Direttore della Clinica Ortopedica e della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia. Dopo una degenza regolare e una risposta post-operatoria positiva, il 16enne è ora in riabilitazione e in pieno recupero funzionale. «L’intervento su questo giovane rappresenta un esempio virtuoso di come la sanità pubblica possa fare la differenza nella vita delle persone, soprattutto dei più giovani», ha dichiarato il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) “Luigi Vanvitelli”, Ferdinando Russo. «Siamo orgogliosi del lavoro delle nostre equipe multidisciplinari».
Il giovane di 16 anni era arrivato insieme alla sua famiglia al Policlinico “Vanvitelli” nel dicembre 2024. La diagnosi era severa: una scoliosi idiopatica a doppia curva superiore ai 130 gradi. Dopo una approfondita valutazione specialistica condotta dal professor Pola e dal professor Luigi Aurelio Nasto, è stato deciso di intraprendere un percorso terapeutico strutturato. «Abbiamo affrontato una sfida chirurgica molto impegnativa, sia per la gravità della deformità sia per l’età del paziente», spiega il professor Enrico Pola.
«La scelta di procedere in due tempi – toracico e posteriore – ha permesso di ottenere una correzione efficace e sicura. Fausto ha risposto molto bene a ogni fase del trattamento, dimostrando forza e determinazione». Il percorso chirurgico è iniziato con una fase preparatoria fondamentale: la trazione vertebrale con sistema Halo, avviata a marzo. Questa metodica prevede l’applicazione di un telaio metallico collegato al cranio, che consente un allungamento graduale della colonna, riducendo le tensioni pre-operatorie.
Dopo due mesi di trazione e monitoraggio clinico, il 29 aprile si è svolto il primo intervento, il cosiddetto “tempo toracico”, eseguito per via anteriore. Il 7 maggio, a sei giorni di distanza, è stato effettuato il secondo e definitivo “tempo posteriore”, con l’inserimento di barre e viti per la stabilizzazione e la correzione definitiva della scoliosi. Entrambe le procedure si sono svolte senza complicanze intra-operatorie e successive all’intervento. La famiglia del giovane ha espresso profonda gratitudine per il risultato ottenuto, definendolo l’inizio di una nuova vita.