Napoli

ddio a bottiglie in strada e musica a tutto volume fino all’alba: il Comune di Napoli vara una stretta senza precedenti sulla movida nel quadrilatero tra piazza Bellini, vico Quercia e via Cisterna dell’Olio. Divieto di vendita e consumo di cibo e bevande all’aperto dalle 22, stop a qualsiasi attività all’esterno dei locali da mezzanotte alle 6 e bando definitivo per casse e altoparlanti in strada. La svolta arriva dopo le sentenze dei tribunali che hanno condannato l’amministrazione a risarcire alcuni residenti, stremati dal caos notturno.

Le cause e i risarcimenti: 40mila euro a testa per i residenti

L’intervento della giunta Manfredi non è una scelta politica, ma una necessità legale. Negli ultimi anni, i ricorsi presentati dai cittadini hanno portato a condanne esemplari: 19 residenti di piazza San Domenico hanno ottenuto 40mila euro ciascuno, mentre altri 9 di piazza Bellini hanno ricevuto 33mila euro. A spingere per le contromisure è stato anche il Comitato per la vivibilità cittadina, sostenuto dal consigliere comunale Gennaro Esposito.

Le nuove regole valgono per tutti gli esercizi pubblici, dai baretti alle pizzerie d’asporto, fino ai distributori automatici. Dalle 22, niente più vendita di cibo o bevande (nemmeno analcoliche) da consumare fuori dai locali; dopo la mezzanotte, vietato anche l’utilizzo degli spazi esterni. La stretta riguarda anche circoli privati e manifestazioni, con sanzioni per chi trasgredisce.

Dai decibel alla Consulta della notte: le prossime mosse

Già ad aprile, l’Arpac aveva avviato misurazioni acustiche nella zona, mentre tre dirigenti comunali avevano suggerito al sindaco i primi provvedimenti. Ora la delibera – firmata dagli assessori Armato, Santagada e De Iesu – approderà in Consiglio comunale e prevede anche un “piano di risanamento acustico”, come previsto dalla legge del 1995.

Intanto, dopo anni di attesa, nasce la Consulta della notte, un tavolo permanente tra Comune, categorie economiche e residenti per trovare un equilibrio tra divertimento e vivibilità. Una sfida complessa, quella di Napoli: conciliare la vitalità del centro storico con il diritto al riposo, senza spegnere del tutto l’anima della città. La strada è ancora lunga, ma il primo passo è fatto.

Residenti scettici: attendiamo atti concreti

Salvatore Bellisario, uno dei residenti di Vico Quercia che aveva presentato ricorso a cui è stato riconosciuto dal tribunale il risarcimento per la movida fracassona, accoglie con piacere la notizia proveniente da Palazzo San Giacomo ma ora ci si aspetta che dalle parole si passi ai fatti: "Dal 2020 la situazione in questo quadrilatero del centro storico è cambiata radicalmente, sono sorti in pochi metri almeno 60 baretti dove si festeggia tutta la notte. E' venuta anche l'Arpac a casa mia a fare i rilievi acustici ed è stata confermata l'invivibilità delle nostre abitazioni. Ho cambiato gli infissi, ma non è servito a niente. I miei figli non vengono più a trovarci perché di notte non si riposa. Siamo stremati. Ora mi aspetto che questa proposta di delibera arrivi presto in aula perché si trasformi in atto concreto. Fino ad allora continueremo a combattere con decibel e degrado, ma siamo davvero stanchi" .

Ancora più scettico il consigliere Esposito: "La proposta della giunta è un passo in avanti, dovuto, dopo il pronunciamento dei giudici, ma finora non è stata prodotta nemmeno un'ordinanza per limitare i disagi. Mi auguro che la proposta di delibera arrivi presto in consiglio comunale, ma si annunciano tempi lunghi. Di sicuro non sarà calendarizzata fino all'autunno. In piena campagna per le elezioni regionali non credo che nessuno si prenderà l'onere di approvare la delibera. Staremo a vedere".