Francesca Albanese riceve le chiavi della città da parte del sindaco Enrico Franza davanti ad oltre 1700 persone accorse per lei anche in pullman dal napoletano al palazzetto dello sport di Ariano Irpino. Una cornice di pubblico straordinaria, applausi e ovazione. Commovente l'abbraccio con Fatima Mahfud, (nella foto) ambasciatrice del popolo saharawi.
Servizio d'ordine curato nei minimi dettagli dal vice questore del commissariato di polizia di Ariano Irpino Giulio Masini, presente il reparto mobile da Napoli, carabinieri, polizia municipale, metal detector all'ingresso, protezione civile, Panacea e Croce Rossa. Nessuna struttura della città avrebbe contenuto l'enorme folla.
Una scelta intelligente quella del palasport penalizzata purtroppo solo dall'acustica e sistema audio. Ma la relatrice speciale Onu è stata ugualmente brava a scandire lentamente il suo forte grido di allarme.
"Israele sta commettendo uno dei genocidi più efferati della storia. Non possiamo restare in silenzio. Troppi governi sono in malafede e in violazione della legalità internazionale. La testimonianza della mia città e di quanti si stanno mobilitando ovunque, è una grande prova di cittadinanza attiva. Non è solo sostegno nei miei confronti. E' un atto di elaborazione del lutto collettivo e di comprensione.
Ognuno di noi ha il potere di cambiare questa realtà. Io ho fatto quello che in inglese si dice "mettere il dito nell'occhio dell'orso", ho scoperchiato una pentola, in cui bolliva di tutto.
Non siamo riusciti a prevenire questo genocidio e ora dobbiamo fermarlo e punire i colpevoli, gli esecutori materiali, gli ideatori i complici e chi ne ha tratto profitto".
Tra le autorità presenti oltre al sindaco Enrico Franza, il vescovo Sergio Melillo, la vice presidente della provincia di Avellino Laura Cervinaro e la consigliera regionale Roberta Gaeta.