Il ministero della Salute di Gaza ha denunciato l’uccisione di almeno 91 persone, tra cui 54 al valico di Zikim, e oltre 600 feriti in un solo giorno, durante la distribuzione di aiuti. La guerra, iniziata con l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, ha superato i 60.000 morti palestinesi. Israele sostiene di colpire solo militanti e attribuisce parte delle vittime a scontri interni tra civili.

Missione americana e incontri con Netanyahu

L’inviato speciale USA Steve Witkoff è giunto in Israele per colloqui urgenti con Netanyahu. L’obiettivo è trovare un’intesa per facilitare l’ingresso di aiuti e valutare una tregua temporanea. È la prima missione ufficiale dopo il fallimento dei negoziati in Qatar, interrotti per la presunta mancanza di volontà di Hamas a raggiungere un accordo.

Diplomazia sotto pressione

Sul piano internazionale cresce la pressione su Israele. La Germania, tradizionalmente alleata, ha chiesto di aumentare i corridoi umanitari e avviare un processo politico verso i due Stati. Francia, Regno Unito e Canada hanno annunciato l’intenzione di riconoscere la Palestina a settembre. Berlino mantiene cautela ma chiede l’avvio immediato di trattative.

Sanzioni e tensioni politiche

Gli Stati Uniti hanno revocato i visti a esponenti dell’Autorità Palestinese, accusandoli di sostenere la violenza e di minare il processo di pace. Mustafa Barghouti, leader del PLO, ha definito la mossa una conferma della parzialità americana, affermando che Washington non può essere considerata un mediatore credibile.

Ostaggi e impasse

Hamas trattiene ancora circa 50 ostaggi, di cui 20 vivi. I tentativi di mediazione per un cessate il fuoco di 60 giorni, con il rilascio parziale dei prigionieri, sono falliti. Trump ha esortato Hamas alla resa e alla liberazione degli ostaggi, definendola la via più rapida per fermare la catastrofe umanitaria.