Avellino

di Paola Iandolo 

Restano stabili le condizioni di salute dei tre anziani ricoverati nel reparto di Malattie infettive e tropicali del Moscati di Avellino per sospetto contagio da West Nile. Per l'86enne, il 74enne e la 72enne, tutti provenienti dall'hinterland napoletano, si attende ancora l'esito dei test che potranno confermare o meno la positività al virus. Il responso giungerà nei prossimi giorni, trasmesso dall'Istituto superiore di sanità e da quello zooprofilattico del Mezzogiorno.

L'Azienda ospedaliera ha inviato i campioni ematologici per un'ulteriore analisi, come da protocollo, che si aggiunge ai rilievi già effettuati dai clinici della città ospedaliera. Ancora una volta il primario dell'Unità specializzata Sebastiano Leone dicie "no agli allarmismi" e invita tutti ad "evitare gli accessi impropri al pronto soccorso, già particolarmente provato durante il periodo estivo". Per il primario "come sempre è fondamentale il filtro della medicina territoriale, che svolge il primo livello di assistenza. Bisogna recarsi innanzitutto presso il proprio medico di base, per una valutazione, o in alternativa presso le guardie mediche".

Da precisare anche che si tratta di una patologia già nota. Pure l'anno scorso c'erano stati casi di West Nile in Italia. Probabilmente di decessi ce n'erano stati pure in passato, ma non erano stati attribuiti a questo virus. Sicuramente adesso è migliorata la capacità diagnostica. L'esito mortale è molto raro. Bisogna tranquillizzare sul fatto che la malattia nella maggior parte dei casi è asintomatica. Soltanto nell'un per cento, secondo l'Iss soggetti fragili per età o comorbidità, è possibile che si abbiano sintomi più gravi, di tipo neurologico, e si possa arrivare addirittura alla morte.