Pomigliano d'Arco

Il Comune non verrà sciolto, ma l’amministrazione guidata dal sindaco Raffaele Russo riceve un duro richiamo dal Ministero dell’Interno. Dopo otto mesi di indagini, la commissione d’accesso non ha trovato prove di legami con la criminalità organizzata, ma ha evidenziato disfunzioni e irregolarità. Il ministro Matteo Piantedosi ha imposto una serie di prescrizioni da attuare entro quattro mesi, mettendo l’ente sotto la lente del prefetto.

Nessun legame con la camorra

Il decreto ministeriale, firmato da Piantedosi, archivia l’ipotesi di commissariamento ma non risparmia critiche all’operato della giunta. "Non ci sono elementi che provino collegamenti con la criminalità organizzata", si legge nel documento, ma le ripetute irregolarità amministrative e le carenze gestionali "denotano una generale scarsa osservanza dei principi di buon andamento". Tra le criticità segnalate: mancati controlli antimafia negli appalti, gestione opaca degli albi fornitori, carenze nel rilascio delle autorizzazioni commerciali e nella riorganizzazione degli uffici.

Le prescrizioni del Ministero: controlli più stringenti

Il Comune dovrà adottare misure correttive entro 120 giorni, tra cui: rafforzare i controlli antimafia negli appalti pubblici; garantire trasparenza nell’albo fornitori; rivedere le procedure per le assunzioni e la rotazione degli incarichi; ottimizzare la gestione dei beni confiscati alla criminalità.In caso di inadempienza, il governo potrebbe valutare provvedimenti più severi. Intanto, il prefetto monitorerà l’attuazione delle prescrizioni. 

Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Pomigliano d’Arco, Raffaele Russo: “Oggi è stato finalmente restituito l’onore e la dignità che la Città di Pomigliano d’Arco, la sua Amministrazione Comunale e l’intero Consiglio Comunale meritano. Il decreto del Ministero dell’Interno che sancisce il non scioglimento per infiltrazioni camorristiche certifica, nero su bianco, ciò che abbiamo sempre sostenuto con fermezza, a testa alta e senza esitazioni: in questo Comune non è mai esistita alcuna forma di collusione con la criminalità organizzata. La camorra non ha mai avuto cittadinanza in questo Palazzo. E mai l’avrà”.

“Nonostante il fango gettato da alcune forze di opposizione oggi Pomigliano riceve un sigillo di legalità”. “Questo decreto  rappresenta non solo una vittoria dell’istituzione comunale, ma un atto di giustizia nei confronti di un’intera comunità che ha sempre dimostrato integrità e trasparenza. Le falsità, le voci e le illazioni vengono finalmente messe a tacere. Andiamo avanti, con ancora maggiore determinazione, al servizio dei cittadini e come sempre nel pieno rispetto della legalità.

Le reazioni: opposizione durissima, maggioranza difende il sindaco

La rete civica "Per Pomigliano", all’opposizione, attacca senza mezzi termini: "Non c’è nulla da festeggiare – scrivono in una nota – Il ministro ha bocciato tutta l’azione della giunta. Anzi siamo dispiaciuti da questo nuovo danno d’immagine provocato alla città. Il decreto del ministro Piantedosi su Pomigliano, evidenziando le “ripetute irregolarità” dell’azione amministrativa, ha sconfessato e stigmatizzato l’intera linea politica della Giunta e della maggioranza: tutto quanto hanno detto e fatto è sbagliato, basta leggere il testo per capirlo. Il ministro di conseguenza ha inflitto pesanti prescrizioni da eseguire entro quattro mesi – pena gravi conseguenze - e ha posto l’amministrazione sotto il monitoraggio del prefetto". 

In difesa del sindaco interviene invece Felice Iossa (Psi), che lo definisce "una persona onesta, un presidio di legalità". "Finalmente si è chiarito che non c’è nessun legame con la camorra – aggiunge – Ora si lavori per il bene della città".