Benevento

Chi perde una partita nel calcio d'agosto, spesso alza le spalle e sussurra: “Tanto era un'amichevole”. Ma dietro a quell'affermazione ci sono spesso i primi musi lunghi, i dubbi su ciò che si è costruito, le incertezze sul campionato che incombe. E allora sapete cosa diciamo? Che è meglio vincerle queste amichevoli, che solo a parole non servono a niente.

Il Benevento ne ha disputate cinque, ha segnato 27 gol e, pensate, non ne ha subito neanche uno. Vannucchi, che il vizietto del “clan sheet” se l'è portato appresso da Terni (18 su 35 partite), ha ripreso sulla stessa falsariga. Certo, lo ribadiremo fino alla noia, i risultati non contano, ma quelli del Benevento tutto sembrano tranne che solo frutto del caso.

Squadra di personalità. Sin dalla difesa...

La squadra ha sempre mostrato personalità, lasciando molto di rado il pallino della contesa nelle mani dell'avversario. Auteri si è divertito a modellare la difesa a seconda della gara da giocare. Uno come Scognamillo, che sarà certamente un punto di riferimento per il reparto e per tutta la squadra, ha ricoperto tutti i ruoli del reparto a tre del tecnico di Floridia, che non aveva certo bisogno di queste partite per scoprire uno che, al di là dell'esperienza accumulata in B, è già stato alle sue dipendenze. Lo spostamento dell'ex Catanzaro è servito di volta in volta per rendersi conto delle qualità di elementi più giovani, come Saio, che quando è stato chiamato in causa ha sempre risposto presente. Così come Ceresoli, il ragazzo che viene dall'Atalanta e che ha le stimmate del talento. Nelle ultime due amichevoli, Auteri l'ha utilizzato come braccetto di sinistra, ma lui può ricoprire anche il ruolo di esterno mancino a centrocampo. Un vero e proprio jolly, che ha qualità da vendere e quel marchio della Dea impresso sul corpo.

Intorno a Maita gira la squadra

A centrocampo è emersa subito la personalità spiccata dell'ex Bari, Maita. Mediano di sicuro rendimento, può fare sia il regista che la mezzala, permettendo di far girare intorno a sé tutta la squadra. Al suo fianco si sono alternati Prisco, Talia e (molto poco) Mehic. I due della “cantera” sono ormai delle sicurezze e il loro impiego dipende solo da un fatto squisitamente tattico. Prisco ha fornito una bella prova a Ferentino e sembra proiettato verso la migliore condizione. L'italo-bosniaco è ancora indietro come preparazione e bisogna attendere ancora un po' prima di scoprirne le qualità

Sulle corsie di centrocampo ci sono stati quasi sempre Pierozzi e Ricci. Come mettere in banca il ruolo di esterno. L'ex pescarese risente forse ancora un po' di quell'infinita stagione scorsa, in cui ha giocato fino alla emozionante finale con la Ternana. Ma sulle sue doti non ci sono dubbi. Così come per Ricci, che è arrivato tra gli ultimi nel mercato, ma si è subito inserito nella squadra ed ha fatto vedere di che pasta è fatto.

E “Ciccio” “spacca” le partite

In attacco spicca si tutti “Ciccio” Salvemini. Un vero e proprio “toro” che sembra pronto per spaccare a metà gli avversari e le partite. A Ferentino ha segnato il gol della vittoria ed è stato un pericolo costante per la difesa ciociara. Al suo fianco Mario Perlingieri, che rimane in odore di cessione, ma che nel frattempo cresce di condizione. Il suo utilizzo ha leggermente rimodellato il trio d'attacco, perchè il ragazzo di Torre è più d'area che da fascia. Comunque sa dialogare bene con i compagni e sa sacrificarsi anche indietreggiando quando serve. L'altra punta esterna a Ferentino era Della Morte, che ha accelerazioni improvvise che lasciano gli avversari sul posto. Anche lui è in sicura crescita e in Ciociaria forse gli è mancato solo il gol. Aspettando Mignani e Manconi è già un bel vedere.

Nella foto Taddeo, un colpo di testa in area di Salvemini