In una conferenza stampa a Washington, Donald Trump ha proclamato il “Giorno della liberazione” della capitale. Con toni perentori, il presidente ha spiegato che la Guardia Nazionale verrà schierata per “ristabilire legge, ordine e sicurezza pubblica”, mentre il Metropolitan Police Department sarà posto sotto il diretto controllo delle autorità federali. L’operazione fa leva sulla Sezione 740 del District of Columbia Home Rule Act, che consente al governo centrale di assumere il comando in situazioni straordinarie.
Forze federali sul campo
Il piano prevede il dispiegamento di circa 500 agenti federali provenienti da FBI, ATF, DEA, ICE e U.S. Marshals. Le unità opereranno in coordinamento con la Guardia Nazionale, con pattugliamenti notturni e una presenza costante nelle aree considerate più a rischio. Trump ha accusato la capitale di essere sprofondata in “crimine, squallore, caos e degrado”, promettendo un intervento “immediato e risolutivo”.
La reazione del sindaco
La sindaca Muriel Bowser ha definito la decisione ingiustificata, ricordando che i dati ufficiali mostrano un calo del 26% dei crimini violenti e del 12% degli omicidi rispetto all’anno precedente. “Washington non è in guerra – ha dichiarato –. L’intervento federale mina l’autonomia della città e criminalizza ingiustamente i nostri quartieri”.
Il nodo istituzionale
La mossa di Trump riapre il dibattito sulla natura giuridica del Distretto di Columbia. A differenza degli Stati, dove la Guardia Nazionale risponde ai governatori, a Washington il Presidente ha piena autorità di comando. L’ipotesi di abrogare il Home Rule Act del 1973, eliminando gran parte dell’autonomia locale, è già stata ventilata da ambienti vicini alla Casa Bianca, ma rischia di innescare una crisi costituzionale e politica.