Due bambini, provenienti dalla Striscia di Gaza, sono arrivati nella notte tra mercoledì e giovedì a Napoli per essere curati presso il nostro ospedale.
Rayan ha poco più di un anno e arriva da Dair Al-Balah. È accompagnato dalla mamma e dal papà. Sham, invece, arriva da Khan Younis, ha appena 2 anni ed è accompagnata dalla mamma e dalla sorellina.
I piccoli sono arrivati al Santobono con una ambulanza del 118 della Asl Napoli 1 Centro che li ha prelevati all’Aeroporto di Ciampino dove sono atterrati con un volo militare nell’ambito di una grande operazione nazionale di evacuazione per motivi sanitari coordinata dall’Aeronautica Militare e dall’Unità di crisi della Farnesina, con il supporto dalla Cross di Pistoia. La Prefettura e la Regione Campania hanno seguito tutte le fasi.
“Dall’inizio del conflitto sono sei i bambini presi in carico dal nostro ospedale per varie patologie complesse – spiega Rodolfo Conenna, direttore generale dell’AORN Santobono Pausilipon – accoglierli e curarli è quello che sappiamo e dobbiamo fare. È la risposta, senza distinzione di nazione e Credo, al dramma della guerra che, in questo caso, ha tra i bambini le vittime che più di tutte sollecitano la nostra sensibilità e muovono l’impegno concreto delle Istituzioni”.
Non solo cure mediche, ma assistenza e supporto grazie alla Fondazione Santobono Pausilipon.
“Abbiamo visto nei loro occhi smarriti tutta la stanchezza e il dolore della guerra - spiega Flavia Matrisciano, direttrice della Fondazione - Grazie anche ai progetti di raccolta fondi dedicati ai Corridoi umanitari riusciamo a garantire a questi genitori e ai loro piccoli un sostegno completo e continuativo sotto ogni aspetto”.
“Anche stavolta, le nostre strutture sanitarie, e in particolare il Santobono, sono un presidio di professionalità, solidarietà e vicinanza alla popolazione palestinese” ha detto il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
"Nel nostro ospedale 2 bimbi di Gaza, nei loro occhi stanchezza e dolore"
I medici del Santobono: «Accoglierli e curarli è quello che sappiamo e dobbiamo fare»
Simonetta Ieppariello