Riemergono resti umani, scoperta choc nel borgo medioevale di Quaglietta. Un drone in perlustrazione nella zona ha rilevato la presenza di resti umani ammassati e murati in una stanza. Bisogna andare indietro nel tempo di circa 10 anni, quando si parlò di questo rinvenimento e sulla vicenda però calò il silenzio. A spiegare la scoperta sono i referenti di SiAmo l'Alternativa, che stanno monitorando gli atti riguardanti la riapertura del borgo.
"Era il 10 maggio di quest’anno quando, durante una ricognizione con il nostro drone sul costone roccioso del Borgo medievale di Quaglietta, nel comune di Calabritto, la nostra attenzione è stata catturata dalle finestre di una stanza inaccessibile affacciata verso Oliveto Citra. Spinti dalla curiosità, abbiamo deciso di esplorarne il contenuto. La scena che ci siamo trovati di fronte è stata scioccante: numerosi resti umani — tra cui centinaia di teschi, potenzialmente vicini al migliaio — ammassati in sacchi di polipropilene intrecciato e murati all’interno di quella stanza. Una visione che ha colpito profondamente tutti noi, la stessa emozione che si è percepita durante la terza assemblea pubblica, giorni fa, del nostro gruppo SiAmo l’Alternativa.
Le domande della comunità
I consiglieri hanno deciso di condividere la scoperta con i cittadini, le immagini sono state proiettate in piazza a Calabritto nel corso di un'assemblea pubblica qualche sera fa. «Di fronte alle immagini, è calato un silenzio irreale. Di fronte alla morte, come esseri umani, proviamo paura, tristezza e rispetto. Ma ci chiediamo: quale emozione hanno provato i responsabili delle scelte che hanno portato a compiere un simile gesto?».
A seguito del ritrovamento, abbiamo inviato una segnalazione ufficiale alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino. Con nota protocollata il 3 giugno 2025 (n. 12402-A), la Soprintendenza ha risposto precisando: di non aver potuto effettuare accertamenti diretti sul luogo, a causa dell’inaccessibilità dei locali sottostanti la Chiesa di San Rocco, “completamente murati”; di non avere, nei propri archivi, alcuna documentazione pregressa riguardante il rinvenimento di scheletri umani nella Chiesa di San Rocco;
di aver visionato documentazione di archivio relativa a lavori di restauro e consolidamento svolti tra il 1981 e il 2000 sotto la direzione scientifica della stessa Soprintendenza.
La responsabilità
Questo ritrovamento, che riguarda probabilmente sepolture antiche legate alla storia e alla memoria collettiva della nostra comunità, impone chiarezza e responsabilità. Non si tratta solo di reperti storici: si tratta di persone, di vite vissute e di dignità violata. Chiediamo alle autorità competenti un intervento immediato, il recupero e la corretta conservazione dei resti secondo le procedure di legge, e un’indagine approfondita per accertare responsabilità e omissioni.". Concludono.