Sarà eseguita agli inizi della prossima settimana dal medico legale Francesca Iannaccone, al quale il pm Maria Colucci affiderà lunedì l'incarico, l'autopsia del 54enne, residente in un centro della provincia, che nel pomeriggio di Ferragosto si è tolto la vita nel carcere di contrada Capodimonte.
Un dramma che ha avuto una vastissima eco ed ha riproposto, ammesso che ce ne fosse bisogno, il problema dell'impatto della custodia cautelare dietro le sbarre su molti di coloro che ne vengono colpiti. Per il 54enne, difeso dall'avvocato Fabio Russo, era scattata dopo la convalida dell'arresto per un'aggressione di cui l'uomo, che aveva negato ogni addebito, si sarebbe reso responsabile ai danni della moglie.
Una esperienza, quelle dell'ingresso in una cella, che evidentemente l'aveva devastato, al punto da indurlo a suicidarsi tagliandosi la gola. Una fine terribile che ha determinato una serie di prese di posizione, e che, soprattutto, ha tristemente allungato la lista di quanti, sottoposti alla detenzione, non l'hanno sopportata ed hanno scelto, in tutt'Italia, di chiudere per sempre i conti con le loro esistenze.