Napoli

Mi piacciono da morire gli infervoramenti giornalistici per le formule a buon mercato che non significano un bel niente. L'ultimo in ordine di tempo è rappresentato dai cosiddetti "Fab four", i quattro componenti del "favoloso quartetto" in mezzo al campo a cui (pare) Antonio Conte non voglia rinunciare. Ne fanno parte Stanislav Lobotka, André-Frank Anguissa, Scott McTominay e Kevin De Bruyne. Insomma, tutti insieme appassionatamente, ora sì che ci divertiamo! La svolta epocale l'hanno certificata in tanti, tra gli altri il giornalista Maurizio Compagnoni che, intervenendo a Sky dopo la partita con l'Olimpiakos, ha dichiarato: "E' stato un buon test in vista dell'esordio col Sassuolo. Alcuni giocatori nel primo tempo non trovavano la posizione perché Conte sta inventando qualcosa di nuovo con i 4 centrocampisti. Perché lo fa? Perché ha i Fab Four, poche volte ne vedremo tre perché chi tiri fuori tra questi 4? Conte prova a farli coesistere e se riesce 4 centrocampisti così in giro per il mondo ce ne hanno pochi... Gilmour è alternativo a Lobotka, manca l'alternativa ad Anguissa, ma non è facile perché McTominay cercava la posizione".

Confesso di non eccitarmi neanche un po' all'invitante pensiero. Chi ha ingaggiato il fuoriclasse belga immagino avesse già pensato a come impiegarlo, a meno che non fosse solo un coup de theatre, cosa che non sembra oggettivamente possibile. Tirare fuori ora questa storia dei "Fab four" manco fosse la Ma-Gi-Ca sembra una bufala meritevole più di smentite ufficiali che di suggestioni giornalistiche enfatiche. Per non parlare del fatto che far giocare insieme i tre centrocampisti e mezzo - De Bruyne ha già le stigmate del né carne né pesce, in questa sua (per ora ipotetica) oscillazione tra vertice basso e centravanti di movimento - è un azzardo più grande di quanto si immagini.

Kevin De Bruyne è il naturale sostituto ora di Anguissa e ora di McTominay  (a seconda di come occorra giocare od offendere) oppure perfino di Lobotka (o loro i suoi rincalzi), ma certo non è corollario in campo di nessuno di quei tre. Se così fosse si obbligherebbe l'asso scozzese a vagare per il campo come un qualsiasi smemorato di Collegno o ancor peggio a spostarsi a sinistra da novello Kvaratskhelia, che non è. Il risultato di questa "geniale" trovata tattica sabbe che tutti dovranno reinventarsi, abituandosi a un modulo che - nella migliore - non conoscono, senza avere peraltro certezza alcuna che - col campionato ormai alle porte - riescano a farlo e ve ne sia il tempo.