Napoli

Il consiglio direttivo dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Napoli esprime profonda indignazione per la nuova escalation di violenza nella Striscia di Gaza e per il sistematico colpire della popolazione civile, delle strutture sanitarie e degli operatori dell’informazione.

"Condanniamo con fermezza l’attacco che ha colpito l’ospedale Nasser, causando almeno 20 morti e numerosi feriti tra cui medici, soccorritori e cinque giornalisti: un evento che, secondo autorevoli cronache internazionali, presenta le caratteristiche di un “double-tap” su un’area ospedaliera.

Ribadiamo e facciamo nostri gli appelli lanciati dalla Fnomceo e da ampie reti della società civile: occorre evacuare i civili più vulnerabili - in particolare bambini, feriti e malati - e rafforzare i corridoi umanitari per garantire l’arrivo di personale sanitario e aiuti essenziali.

Il Consiglio Direttivo di Napoli si unisce alla dichiarazione congiunta dell’Ordine dei giornalisti e della Fnomceo: «Basta uccisioni a Gaza di reporter e personale sanitario. Colpire chi cura e chi testimonia viola i principi cardine del Diritto Internazionale Umanitario, mina la fiducia nelle regole di guerra e priva le comunità dell’accesso alle cure e alla verità dei fatti».

L’Omceo di Napoli manifesta forte preoccupazione per l’indifferenza crescente della comunità internazionale e di parte dell’opinione pubblica: «La sofferenza di civili intrappolati in aree di conflitto non può diventare rumore di fondo.

Ai governi, alle istituzioni europee e alle Nazioni Unite chiediamo passi verificabili: cessazione immediata degli attacchi contro ospedali e ambulanze, protezione attiva degli operatori sanitari e dei giornalisti, indagini indipendenti su tutti gli episodi che hanno coinvolto strutture e personale civile».

Infine, il sostegno all’iniziativa del 28 agosto: «Guardiamo con rispetto alle forme non violente di testimonianza civile, come lo sciopero della fame indetto per giovedì 28 agosto. Iniziative che intendono richiamare l’attenzione sul dramma umanitario in corso e che sosteniamo nella misura in cui mantengano al centro dignità, legalità e tutela della vita, senza entrare nel merito di singole adesioni o modalità operative».

Da Napoli, un appello alla pace e alla protezione dei civili che vale per tutti i teatri di guerra: oltre a Gaza e all’Ucraina, anche in Sudan, nella Repubblica Democratica del Congo, in Myanmar/Rohingya, in Yemen. L’invito, rivolto ai medici, alle istituzioni e alla società civile, è a «disertare il silenzio: la neutralità del curare si esercita stando dalla parte della vita ovunque sia minacciata».