Salvatore Caturano e “l'insostenibile leggerezza dell'essere”
Scomodiamo Milan Kundera per per cercare di capire cosa accada all'animo umano quando si decide di strappare in mille pezzi un ideale.
Appena un anno fa il bomber napoletano giurava eterno amore al Potenza: una conferenza stampa, le foto con il presidente Macchia a sancire un patto a vita, un legame indissolubile col Potenza, la promessa di un vincolo che sarebbe addirittura sfociato in un incarico dirigenziale dopo la conclusione della carriera. Macchè. Le sirene del Catania sono state troppo allettanti, anche per chi sembrava ormai fatto le sue scelte definitive.
De Giorgio questo pomeriggio ha evitato di parlarne in conferenza stampa, ha detto solo che Caturano non sarà della partita contro il Cerignola. Ma il sito della proprietà lucana (“La nuova.net”) ha rotto gli indugi ed ha scritto: “La storia finisce qui. Le strade si dividono. Dopo 112 partite condite da 49 gol e 11 assist il binomio Potenza-Caturano si scinde. Inesorabilmente. Al termine di un’altra giornata bollente e con qualche incertezza legata a questioni meramente burocratiche è arrivato l’atteso ok per il “trasferimento del secolo”. Caturano e il Potenza hanno trovato l’accordo per la separazione.
Aspettiamo ora solo l'ufficialità, ma è solo questione di burocrazia. Caturano non cambia i colori (per uno scherzo del destino... sono sempre rossoblù), ma non sarà più la “bandiera” del Potenza. E' il calcio di oggi, a qualunque livello e latitudine: bandiere non ce ne sono più.