Napoli

E ora ci attende per fortuna - si fa per dire - la sosta, così per due settimane si potrà dire tutto e il contrario di tutto sul Napoli, su Conte, su Lucca, sui Fab Four, su Manna, De Laurentiis e chi accidente ci pare. Per non parlare dei due nuovi ultimi acquisti che nessuno vedrà proprio a Castel Volturno, una volta che saranno fagocitati, com'è giusto che sia, dalle loro rispettive nazionali. Fioccheranno le analisi tecniche - in primis del sottoscritto - per sostenere tesi, ora obiettive e ora del tutto arbitrarie e soggettive, a favore o a sfavore della squadra azzurra e della società che la gestisce e la rappresenta.

Cominciamo col dire che la maggior parte di quelli che sostenevano la forza e l'invincibilità della formazione partenopea (qualunque fosse quella messa in campo) continueranno a sostenere la loro tesi, nonostante la partita casalinga con il Cagliari un qualcosa di diverso l'avrebbe detto. Primo fra tutti che non tutte le partite si potranno giocare con un modulo preconfezionato e che se si è immaginato un disegno tattico di un certo tipo, il fatto che il contesto - per colpa o per merito della squadra avversaria - cambi, dovrebbe indurre chi sta seduto sulla panchina a rivedere un po' prima degli ultimi 10 minuti il disegno strategico immaginato, indipendentemente dai nomi e dai pedigree di coloro che andranno a essere sostituiti. Ergo, nessuno si affezioni più di tanto a precostituite quanto ottuse formule tattiche, che assomigliano più a motteggi da bar che a vere, proficue e durature soluzioni di gioco.

La mia idea già l'ho espressa e, temo, che proprio la partita contro gli accaniti, ostruzionistici e ultra difensivi sardi - oltre ogni aspettativa, viste anche le dichiarazioni prepartita del loro napoletanissimo allenatore, Fabio Pisacane - mi abbia dato ampia ragione. Con una formazione molto aggressiva sui portatori di palla, ma solo nella negli ultimi 40 metri della propria metà campo, giocare con quattro centrocampisti non sembra cosa buona e giusta, tanto più se ciò ti priva di fatto di un'ala (Politano), costringendo il terzino a sostegno (Di Lorenzo) a ingolfarsi al centro e a dare, pertanto, pessima prova di sé.

A dimostrazione di quanto sto dicendo ci sono i voti bassi presi, da parte di tutti i quotidiani sportivi, da De Bruyne e McTominay. Lo stesso Anguissa non avrebbe meritato più di tanto se non avesse segnato il gol vittoria al 95esimo. Diversamente, l'ingresso di un'ala, lasciata fare quello per cui è stata presa, ha allargato il gioco, creato spazi e favorita la verticalizzione da cui è nato il gol.