Uno scrittore giullare con il raro talento della sintesi, che inventa un nuovo paradigma di comunicazione, in cui i concetti di grande complessità e profondità, vengono resi accessibili e comprensibili a tutti, grazie ad una forma lieve, simpatica, gioiosa, ironica e coinvolgente.
Lui è Maurizio Pompeo, un'altra chicca della variegata estate arianese 2025.
La sua presenza in città come ogni anno non è passata inosservata. E in tanti hanno mostrato interesse e desiderio di leggere le sue pubblicazioni: dal romanzo "Pare brutto ma è bello ambientato nella sua Ariano, i nove sentieri verticali che portano ad una chiara e suprema consapevolezza, l'era del presapokista ispirato all'antica cultura vedica.
Ed è proprio sulla cultura e civiltà vedica che si è sviluppato l'interessante dibattito, nella sala conferenze del museo civico e della ceramica moderato da Stefania Mazzeo e Ersilia Sfarzo.
Maurizio Pompeo, nasce ad Ariano Irpino l'11 settembre 1954. Si trasferisce a Genova dove vive attualmente ma non dimentica mai le sue origini.
Autore ironico, carismatico e poliedrico
Ama viaggiare e fotografare, un versatile, una sorta di "fuoriclasse" che ha adottato nella sua vita il metodo 5-3-4 da non confondersi con un modulo calcistico.
Cinque mesi a Genova con la sua famiglia, tre nella quiete di Ariano Irpino dove scrive e gioca a tennis e quattro in India dove svolge ricerche per nutrire il suo spirito.
Una botta di vita per chi ha la fortuna di incontrarlo in strada
Maurizio odia mugugni e lamenti. Mai come questa estate in abbondanza soprattutto sui social da chi spesso è bravo a mescolarli insieme alla politica.
"Dovremo riscoprire di più il senso di appartenenza, le nostre origini, amare di più i nostri luoghi e polemizzare forse meno, ricercare un'umanità che sia di più di pace e serenità non solo riferita alla guerra, ma anche nella nostra vita quotidiana".