L'inferno della serie C ha praticamente inghiottito la Salernitana. Non solo per la portata del campionato, per gli avversari e per le situazioni ambientali da fronteggiare e superare, ma sopratutto per quella che è linea societaria da intraprendere, rivoluzionare. Il piano triennale avanzato lo scorso anno, non senza sacrifici nel trattenere alcuni big, purtroppo è andato in fumo. Ora c'è da ripartire, stravolgere nuovamente tutto, ripartire con un nuovo corso. Missione riuscita attraverso il mercato dal direttore sportivo Daniele Faggiano che ha rivoluzionato la squadra, rivoltata come un calzino, chiudendo un'era poco fortunata: della serie A 2022-2023 non c'è più alcun componente che vesta ancora la maglia della Salernitana.
Sacrifici economici e zero plusvalenze
Degli anni delle plusvalenze, dell'esempio Ederson rimangono solo i rimpianti. Soprattutto se si ripensa agli investimenti corposi del 2022-2023, alcuni dei quali hanno salutato solo nelle ultime ore. Il cartellino di Daniliuc al Nizza era costato complessivamente 5,8 milioni di euro, a fronte della cessione da 0,5 milioni di euro al Basilea. Per Bradaric ci erano voluti 5 milioni di euro per convincere il Lille. Ora è al Verona per circa 0,5 milioni di euro. Maggiore era stato prelevato dallo Spezia per 3,5 milioni di euro. Ha risolto il contratto, accettando il Bari dopo aver sognato a lungo di ritornare allo Spezia senza alcun indennizzo. La lista si allunga anche con Legowski, costato 3 milioni di euro nell'estate 2023 e ora libero di accordarsi con un'altra squadra. Un piccolo indennizzo arriverà dalla Turchia per Tongya, costato circa 700mila euro lo scorso luglio per strapparlo all'Odense.
Questioni di categorie, di annate da dimenticare con ripercussioni anche sulla linea societaria e sulle necessità del club. Resta il rammarico per ciò che poteva essere e non è stato. Di investimenti corposi andati in fumo nel peggior modo possibile. E chissà che non possa essere anche una lezione per il futuro. Se lo augurano tutti, la Salernitana e la sua gente per prima.