Una meteora. L’esperienza italiana di Tijs Velthuis si è chiusa senza clamore, passando dalle attese in maglia Salernitana al trasferimento in prestito con il Sassuolo con tanto di promozione in serie A. Della breve parentesi con la maglia emiliana però resteranno le tante presenze in panchina, senza mai debuttare in neroverde. Ora il ritorno allo Sparta Rotterdam. Eppure la parentesi italiana lo ha segnato. Sin dal suo arrivo, raccontato ai microfoni di ad.nl: "I giornalisti all'aeroporto di Napoli mi riprendevano da vicino e mi facevano ogni genere di domande a cui ovviamente non potevo rispondere. È stata un'esperienza davvero strana, in perfetto stile italiano". Velthuis ha ammesso divertito di poter scrivere un libro su ciò che è stata la sua avventura in granata.
D’altro canto però, il difensore orange non si è mai contraddistinto per le sue prestazioni. Tanti i limiti sia tecnici che tattici, venuti a galla partita dopo partita. "All'inizio ho giocato molto, ma ho dovuto adattarmi ad alcune cose. Alla temperatura, faceva davvero molto caldo. Ma la cosa che mi dava più difficoltà era la lingua". Nel racconto della sua esperienza, fatta anche degli esoneri di Martusciello e Colantuono, spunta una confessione: “Dopo un 4-0 (il riferimento è alla sfida con il Sassuolo), i tifosi ci rinchiusero in albergo”. Parole tutt’altro che dolci.