di Paola Iandolo
"In attesa che le indagini svelino le responsabilità legali, per questo specifico caso, la realtà è che, per i danni e per i disagi sistematici creati agli utenti, a livello nazionale, ci sono responsabilità politiche molto chiare, che SLG-CUB Poste denuncia da sempre, mentre la stragrande maggioranza dei politici fa finta di niente, lasciando che la privatizzazione di Poste Italiane continui a fare il suo rovinoso corso". Dopo la denuncia del sindaco di Pietradefusi, Nino Musto in merito alla mancata consegna di 500 cartelle della Tari, arriva la replica del sindacato.
"Il sindaco, quindi, oltre a chiedere come vengono selezionati i dipendenti, dovrebbe chiedere anche come viene selezionato il personale dirigente di Poste Italiane SpA e i collaboratori che hanno deciso e gestiscono l'incivile sistema di consegne della posta "a giorni alterni e rarefatti", che hanno ridotto il personale lavorativo di oltre il 50%, con un servizio che si basa sullo sfruttamento del precariato. E non parliamo dello stress e dei danni alla salute".
"La privatizzazione piace ai privatizzatori, ma poi presenza il conto delle sue logiche conseguenze. Infatti, una qualunque SpA, per giunta venduta in borsa, è un'azienda a scopo di lucro, che pensa a far soldi per i suoi soci e non a spenderli per assumere seriamente e riempire i vuoti di organico, per poi dare un servizio adeguato. Dunque, perché il sindaco non si rivolge ai suoi referenti in parlamento, per chiedere che Poste italiane ritorni sotto la gestione pubblica, a tutela dell'interesse comune?"