Benevento

La speranza è che lo sforzo del pm Giulio Barbato e della polizia scientifica, che è riuscita ad ottenere una immagine del suo volto, possa sfociare nella sua identificazione. Perchè non ha ancora un nome ed un cognome l'uomo che il 4 ottobre 2024 era stato rinvenuto senza vita nelle acque del fiume Calore, alla contrada Scafa.

Sulla base dei dati antropometrici e somatici, l’analisi preliminare dei reperti fotografici effettuati durante l’esame autoptico del corpo, prossimo alla saponificazione, al momento della scoperta, con l’ausilio di moderne applicazioni di ricostruzione facciale post-mortem, si è ottenuta una immagine che potrebbe rappresentare l’aspetto ante-mortem, e non è un'esatta riproduzione del volto in vita dell’uomo.

Era stato un pescatore, mentre era fermo al di sotto del ponte che sormonta la vecchia provinciale Vitulanese, a trovarsi dinanzi agli occhi una sagoma immersa nell'acqua. Aveva dato l'allarme, le indicazioni restituite da un drone che un tecnico stava adoperando avevano permesso di individuare il punto nel quale si era fermato il cadavere, poi recuperato dai vigli del fuoco.

 

Nessun segno di arma da fuoco e da taglio sul cadavere, sul quale il medico legale Emilio D'Oro aveva proceduto all'autopsia. Indagini affidate alla Mobile, nessun documento, nessun risultato dalle impronte digitali, l'impossibilità di dargli un'identità. Ora un'immagine e la speranza che la sua diffusione aiuti a risolvere il caso.