Dieci anni, quelli proposti dal pm Marilia Capitanio. E' la condanna inflitta dal gup Maria di Carlo, con rito abbreviato, ad un 63enne di Montesarchio riconosciuto responsabile di violenza sessuale aggravata ai danni della nipote e della figlia della seconda moglie.
Difeso dagli avvocati Marilina Pecoraro e Monica Ferrari, l'uomo, attualmente detenuto a Biella, era stato arrestato a Cuneo, a gennaio, in una inchiesta del Pm Licia Fabrizi, della polizia postale e della sezione di pg della polziia presso la Procura. Per lui anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore della parti civili, assiste dagli avvocati Ileana Corrado e Ylenia Primiani.
Nel mirino le condotte che avrebbe mantenuto a Montesarchio nei confronti della giovane nipote, costretta dai 7 ai 13 anni, ad atti sessuali di varia natura, e della figliastra, alla quale lo stesso 'trattamento' sarebbe stato riservato dall'eta di 8 anni e anche quando la ragazza aveva raggiunto la maggiore età.
Una storia sconcertante, l'allora indagato sapeva di essere sott'inchiesta perchè nell'estate 2024 aveva subito una perquisizione conclusa con il sequestro dei dispositivi elettronici – computer e telefonini -che aveva a disposizione, e dalla cui analisi informatica sarebbe emerso un video registrato nel buio di una stanza.