Napoli

Si deve ad un bacino sotterraneo di acqua situato tra 2,7 e 4 chilometri di profondità sotto la Solfatara la causa dei movimenti del suolo che caratterizzano i Campi Flegrei, con periodici innalzamenti e abbassamenti: lo afferma lo studio in via di pubblicazione sulla rivista Solid Earth, frutto della collaborazione tra l'Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con le sedi di Napoli e Pisa, e la società pisana Steam srl. I movimenti del suolo, un fenomeno chiamato bradisismo, si devono quindi al graduale riscaldamento e pressurizzazione di questo bacino. Grazie a particolari strumenti messi a punto nell'ambito di precedenti indagini, che misurano la temperatura e la pressione dei tre acquiferi presenti a diverse profondità sotto i Campi Flegrei, i ricercatori hanno dimostrato che il 'motore' della crisi bradisismica in atto, cioè il sollevamento del suolo iniziato a partire dal 2005, è proprio l'acqua intrappolata nel sottosuolo.

Questa, man mano che si riscalda, potrebbe dare origine anche a esplosioni idrotermali: "Fino a quando l'acquifero intermedio sarà pressurizzato - afferma Claudia Principe, ex-dirigente di ricerca del Cnr-Igg e associata all'Ingv, co-autrice della ricerca - potrebbero verificarsi esplosioni dovute alla vaporizzazione dell'acqua e all'espansione praticamente istantanea del vapore prodotto". Ciò potrebbe far sgretolare le rocce che sovrastano il bacino d'acqua. "Qualora un evento di questo tipo si verificasse - commenta Principe - esso determinerebbe la formazione di colate di fango bollente e detriti che si riverserebbero rapidamente al di fuori dell'area sorgente e si dirigerebbero verso la linea di costa, come già successo in passato alla Solfatara".