Sarà necessaria una revisione del progetto originario.
E questa la condizione per l’erogazione dei fondi previsti dal Piano di Coesione e Sviluppo per la realizzazione del progetto dell'Asse interquartiere di Benevento.
Lo ha deciso il consiglio regionale della Campania approvando, nella seduta di oggi, la Mozione ‘Ritiro del finanziamento all’opera lavori di completamento dell’Asse Viario interquartiere tra Area Stadio, Rione Libertà e Viale Mellusi con annessi parcheggi, deliberata dal Comune di Benevento, a valere sui fondi del piano di coesione e sviluppo per la totale contraddizione con gli obiettivi del piano stesso’.
Una mozione ad iniziativa del Consigliere Luigi Abbate.
Come è noto il progetto aveva suscitato numerose polemiche e scatenato le proteste dei cittadini costituitisi nel gruppo Gallerie? No grazie.
"Una vittoria per Benevento e per il buon senso" commenta il consigliere PD.
La mozione di Abbate prevede che i quasi 30 milioni di euro destinati al Comune saranno sbloccati solo a una condizione: nuovo progetto senza gallerie, sostenibile, moderno e in linea con gli obiettivi del Piano di Coesione e Sviluppo.
«Quelle gallerie sono un’opera inutile, costosa e dannosa» spiega Abbate. «Invece di ridurre traffico e inquinamento, rischiano di peggiorare la vita dei cittadini e devastare un quartiere già fragile. Benevento merita infrastrutture vere, non cattedrali nel deserto. Il progetto, così com’è, contraddice gli stessi principi europei di sostenibilità: più cemento, più traffico, più inquinamento in un’area urbanisticamente delicata e sismica.
La mozione approvata non è propaganda, ma un atto di responsabilità – prosegue Abbate –. Continuo a difendere i cittadini: i fondi pubblici non sono un bancomat per opere sbagliate. Ho chiesto e ottenuto che la Regione finanzi solo ciò che serve davvero alla città».
Abbate-conclude-auspicando che il Comune di Benevento presenti un piano alternativo che privilegi trasporto pubblico, riqualificazione urbana e riduzione dell’inquinamento. “Benevento può diventare un modello di sviluppo sostenibile se abbandona vecchie logiche e sceglie il futuro”.