Salerno

Il post-partita di Salernitana-Atalanta Under 23 è segnato da un timido carosello quando i 10mila cuori granata lasciano l’Arechi dopo aver cantato con la squadra sulle note di “Despacito”. I segni di un poker di vittorie che certifica le ambizioni di promozione di serie B e soprattutto permettono alla Salernitana di guardare tutti dall’alto. L’alba del campionato sorride, per merito di una squadra tenace, caparbia, abile nel saper resistere e soprattutto nell’assestare i colpi decisivi nei momenti determinanti delle partite fin qui disputate. Abilità dei singoli, dei calciatori copertina di un mercato estivo che ha consegnato allo staff tecnico e alla piazza un gruppo omogeneo tra uomini di personalità e giovani di prospettiva. Un mix da gestire con parsimonia, oculatezza, attenzione per non rischiare di perdere elementi per strada.

A Giuseppe Raffaele l’arduo compito. Fin qui però le scelte del tecnico hanno sorriso, certificando con i risultati la bontà del lavoro fatto. E anche lo sviluppo della manovra e l’intensità all’interno dei novanta minuti, fin qui punti deboli nelle prestazioni granata, migliorano di partita in partita e lasciano ben sperare. Tutti indizi che inducono all’ottimismo e hanno spinto il popolo dell’Arechi a quei timidi accenni di festa anche in strada, dopo i novanta minuti infrasettimanali che hanno restituito una Salernitana non solo capolista ma determinata, sicura di sé, della propria forza. 

Daniele Faggiano, da dirigente esperto e navigato, sottolinea quella che è il pensiero di molti (non di certo degli scaramantici e dei pessimisti): “Impossibile parlare di fuga”. Quattro partite sono una parentesi ancora troppo breve per i primi giudizi. Serve vivere di partita in partita, soprattutto nel bel mezzo del tour de force di questo fine settembre che ha alzato l’asticella del coefficiente di difficoltà. E lo farà ancor di più nei prossimi giorni, quando la Salernitana fronteggerà Giugliano, Audace Cerignola e Casarano. Resta però il sorriso di tutti, la gioia di un popolo che finalmente ritorna a festeggiare, a sognare. Non succedeva da tempo, dallo sprofondo verso la B della primavera 2024. Da allora è stata una lunga agonia. Ecco perché il popolo di Salerno non cade nell’euforia. Ma un po’ di sana liberazione, quella sì, è davvero impossibile da non respirare.