Benevento

Ha confermato i domiciliari per l'ipotesi di corruzione - annullando l'ordinanza per il capo di imputazione per turbativa di gara, per il quale il Pm non aveva chiesto la misura -per Pietro Buonanno (avvocati Roberto Prozzo e Pasquale Matera), 65 anni, di Bucciano, mentre ha sostituito gli arresti in casa con il divieto di dimora nelle province di Benevento e Caserta per Vittorio Fuccio (avvocato Teresa Meccariello),48 anni, di Paolisi.

Sono le decsioni del Riesame per due delle quattro persone arrestate il 9 settembre nel troncone sannita di una inchiesta della Dda e dei carabinieri su alcuni appalti pubblici tra le province di Caserta e di Benevento.

Nel mirino degli inquirenti, come è noto, l'appalto rifiuti a San Giorgio del Sannio, per il quale nove giorni fa sono finiti in carcere Aniello Ilario (avvocati Vincenzo Maiello e Di Stasio), 58 anni, di Rotondi, e ai domiciliari, oltre a Buonanno e Fuccio, Virgilio Emanuele Pio Damiano (avvocato Maiello), 26 anni, di Montesarchio. Nessun provvedoimento cautelare, invece, per l'ex sindaco di San Giorgio del Sannio, Angelo Ciampi (avvocato Pierluigi Pugliese), 56 anni, di San Martino Sannita, e il direttore del Conservatorio di Benevento, Giuseppe Ilario (avvocato Francesco Perone), 61 anni, di Rotondi.

I fatti risalgono al 2022: secondo gli inquirenti, Aniello Ilario, legale rappresentante della Czeta, che aveva partecipato, consorziandosi nel Ciclat scarl, alla gara di appalto, indetta dal comune di San Giorgio del Sannio, per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, avrebbe versato a Ciampi e Buonanno, presidente della commissione di gara, la somma di 10mila euro a testa per garantirsi l'aggiudicazione dell'appalto: una somma ritenuta il presunto acconto rispetto a quella di 90mila euro, da sborsare successivamente, in occasione della aggiudicazione, di Natale, Pasqua e Ferragosto.

Espletata la gara, per un errore nella formulazione dell'offerta, Ciclat era risultata la seconda classificata, dietro una ditta di Ravenna. A quel punto, Ilario avrebbe contattato Ciampi e Buonanno per indurli ad estromettere la ditta vincitrice e ad affidare l'aggiudicazione al consorzio Ciclat.

A Damiano, Giuseppe Ilario e Fuccio viene assegnato il ruolo di presunti agevolatori: il primo avrebbe accompagnato Aniello Ilario a Napoli, per la consegna della prima tranche di denaro a Ciampi, il secondo avrebbe fatto da intermediario per gli appuntamenti tra Ciampi ed Ilario, mentre Fuccio avrebbe procurato ad Ilario gli incontri a Napoli con il sindaco. In uno di questi Aniello Ilario si sarebbe alzato dal tavolino al quale era seduto con Ciampi dinanzi ad un bar e, immortalato dalla telecamera del locale, avrebbe infilato una busta nello zaino di Ciampi, precedente prelevato e poi rimesso al suo posto.

All'interno della busta, sostiene l'accusa, 10mila euro che Ciampi, che pensava si trattasse di materiale pubblicitario per la costruzione di un impanto di rifiuti, avrebbe scoperto una volta tornato a casa e che, aveva sostenuto durante l'interrogatorio, aveva ridato ad Ilario. Il Pm aveva proposto i domiciliari per Ciampi e Giuseppe Ilario, ma il Gip aveva detto no: nel primo caso perchè l'indagato non è più primo cittadino di San Giorgio del Sannio, nell'altro per l'assenza di consapevolezza rispetto al piano corruttivo ipotizzato. Una pronuncia contro la quale la Procura proporrà apello al Riesame.