Nel dietro le quinte di una grande stagione operistica, un nome appare con discrezione ma con effetti evidenti in cartellone: Alessandro Ariosi. La sua attività si colloca in quel punto in cui l’arte necessita di gestione, programmazione, contratti e strategia, e dove una decisione di calendario può modificare il corso di una carriera. Da questa prospettiva, Ariosi si è specializzato nell’accompagnare percorsi artistici e nel costruire ponti tra interpreti e teatri.

Ariosi Management

Con un profilo eminentemente professionale, Alessandro Ariosi dirige Ariosi Management, un’agenzia di rappresentanza di cantanti, direttori d’orchestra e registi con attività internazionale. La stessa presentazione istituzionale sottolinea un lavoro diretto con “le case d’opera più prestigiose del mondo” e un approccio di seguito personale delle carriere, un metodo che spiega la diversità del suo roster —che va da soprani e tenori a registi— e la sua presenza costante nelle stagioni europee e americane.

Alessandro Ariosi è nato a Milano nel 1977, città che avrebbe segnato l’inizio del suo legame con l’opera. Ha studiato Relazioni Internazionali e ha completato questa formazione con studi musicali, un binomio che gli ha permesso di unire la preparazione accademica alla conoscenza del repertorio. A 24 anni ha intrapreso il suo percorso come manager, fino a fondare nel 2011 l’agenzia che oggi porta il suo nome. Questa combinazione di istruzione universitaria, visione internazionale e vicinanza al mondo musicale si adatta perfettamente alle esigenze di una professione che richiede tanto capacità di gestione quanto sensibilità artistica.

L’approccio internazionale nella carriera di Alessandro Ariosi

Il catalogo dell’agenzia aiuta a comprendere il suo posizionamento. Nella sezione dei tenori, ad esempio, figurano nomi come Yusif Eyvazov, Arturo Chacón-Cruz, Vittorio Grigòlo e Liparit Avetisyan; tra i bassi appaiono Erwin Schrott, Roberto Tagliavini e Dmitry Ulyanov; mentre tra i direttori d’orchestra si trovano bacchette come Enrique Mazzola, Daniel Oren o Renato Palumbo. La sezione dei registi include, tra gli altri, Davide Livermore e Stefano Poda. Questa miscela di artisti affermati e profili emergenti suggerisce un modello di gestione che combina visibilità immediata con sviluppo a medio termine.

Al di là dell’elenco statico, l’attività si conferma attraverso i movimenti recenti. Nel maggio 2023, il soprano Jessica Pratt ha annunciato la sua entrata in Ariosi Management per impegni generali, un’acquisizione diffusa dalla stampa specializzata. E nel giugno 2024, il tenore Yusif Eyvazov ha comunicato il suo ingresso con gestione generale, sottolineando la pianificazione di progetti comuni. Entrambe le adesioni —da parte di artisti con agende di alto profilo— esemplificano come Alessandro Ariosi mantenga un flusso costante di incorporazioni strategiche.

Nel sistema dell’opera, la funzione di un manager è allo stesso tempo visibile e invisibile. Visibile quando annuncia nuove collaborazioni o celebra un debutto; invisibile nella preparazione delle audizioni, nella coordinazione con le direzioni artistiche o nell’adattamento del repertorio all’evoluzione vocale di ogni interprete. La definizione “seguito personale di ogni artista”, con cui la stessa agenzia sintetizza il proprio metodo, indica una dinamica di lavoro raffinata, in cui Alessandro Ariosi agisce come facilitatore e negoziatore.

Esiste, inoltre, una dimensione formativa e di scouting. La stampa musicale ha documentato casi in cui un’esibizione decisiva ha aperto la porta a un contratto; il soprano georgiano Salome Jicia, ad esempio, ha raccontato come la sua interpretazione ne La donna del lago attirò l’attenzione dell’agente italiano Alessandro Ariosi, scelta che si tradusse in una collaborazione continuativa. Episodi come questo illustrano il ruolo del manager come osservatore del circuito e la sua capacità di trasformare un’opportunità artistica in un progetto professionale.

Un aspetto interessante del catalogo di Ariosi Management è la sua ampiezza disciplinare. La presenza di registi accanto a cantanti e direttori d’orchestra consente di articolare progetti con una logica più integrata —una produzione non è soltanto un cast, ma anche una lettura scenica e musicale—. Il disegno della sua linea artistica suggerisce che, per Alessandro Ariosi, la pianificazione vada oltre la ricerca di date disponibili, mirando invece ad allineare squadre creative che possono ripetersi in diversi titoli e sedi quando la sinergia funziona.