Minuto 54. Il contropiede guidato dal solito Capomaggio e impreziosito dal cross al bacio di Villa per il colpo di testa vincente di Tascone porta la Salernitana sul 2-0 con il Cerignola. Un raddoppio giusto per quello che aveva espresso la partita dell’Arechi, con la Salernitana in pieno controllo, più volte vicino al gol del raddoppio, cancellato pochi minuti prima dell’intervallo con la doppietta di Ferraris annullata per la sbracciata dell’assist-man Ferrari. Nel momento di massimo controllo però il peccato di ingenuità, o meglio, di troppo ardore: il braccio di Capomaggio vale il doppio cartellino giallo e cambia clamorosamente binario ad una partita da portare al capolinea con attenzione e personalità. Come se la Salernitana avesse incassato il primo vero colpo quando, forse per la prima volta in stagione, la squadra granata abbia preferito specchiarsi, consapevole di aver messo in tasca i tre punti con mezz’ora di anticipo, togliendo per qualche secondo elmetto e scudo.
Tensione negativa
Non hanno aiuto nemmeno gli episodi, questo è fuori discussione: il gol dell’1-2 pochi secondi dopo l’espulsione di Capomaggio mentre la Salernitana stava provando a risistemarsi in campo dopo aver sostituito De Boer, unico ricambio naturale dell’argentino nel ruolo di regista. Poi l’episodio del pari con lunga revisione al Fvs di Jules Roland Andeng Tona Mbei, arbitro che, al netto della gestione degli episodi chiave e dei cartellini rossi sventolati nel post-partita, ha dimostrato una personalità tutt’altro che da categoria (un merito però c’è: aver messo d’accordo su un punto Raffaele e Maiuri nel post-partita quando l’argomento è scivolato sui rispettivi cartellini rossi). Lì è emerso il limite della Bersagliera: una gestione fin troppo nervosa, un pregio che aveva accompagnato la squadra granata nelle rimonte realizzate e anche nelle gestione delle sfide più insidiose si è trasformato in un boomerang. E anche quella fame di provare a gettare il cuore oltre l’ostacolo e andare a caccia del 3-2 invece di gestire il pari è fotografia di una squadra ambiziosa ma allo stesso tempo alla ricerca del giusto equilibrio.
Esaltarsi nelle difficoltà
Amara l’analisi del direttore sportivo Daniele Faggiano: “Non è stato un incidente di percorso ma per me è un trauma. Però deve essere un trauma positivo: serva da insegnamento. Noi siamo la Salernitana e tutti danno il massimo contro di noi, non mollano mai. Perciò se l’avversario è ferito, bisogna metterlo definitivamente ko”. Casarano sarà già un esame da affrontare con non poche difficoltà, soprattutto per l’assenza dei big come Inglese, Capomaggio, Cabianca e Liguori.