Benevento

Hanno chiesto la revoca della confisca dei loro beni. L'hanno fatto attraverso l'avvocato Giovanni Procaccini con un'istanza che domani approderà dinanzi al Tribunale di Benevento – settore misure di prevenzione. E' l'iniziativa di Giuseppe Ciotta (e dei suoi familiari), 71 anni, originario di Campoli ma residente in città, già noto alle forze dell'ordine, che nel 2012 era stato colpito da un provvedimento che, dopo una parziale modifica della Corte di appello, era diventato definitivo con la pronuncia della Cassazione.

Un provvedimento che gli interessati ritengono ingiusto, che aveva riguardato società, terreni, mezzi e immobili, per un valore stimato dagli inquirenti in una dozzina di milioni di euro. Il Tribunale sannita l'aveva adottato in una inchiesta dei carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita scandita scandita da più sequestri scattati su proposta dell'allora procuratore Giuseppe Maddalena.

Le indagini erano nate in occasione dell’acquisizione di una cava alla località Colle Alto a Morcone, avvenuta nell’ottobre del 2007 dopo un'asta fallimentare presso il Tribunale di Benevento, da parte della ex moglie di Ciotta, titolare di un’impresa. Prezzo pagato, 480mila e 500 euro. Nel novembre dello stesso anno l'area era stata inizialmente individuata, dal Commissario straordinario per l’emergenza dei rifiuti in Campania, per lo stoccaggio di ecoballe. Nel gennaio del 2008, però, anche in seguito ad una imponente manifestazione a Benevento, alla quale avevano preso parte migliaia e migliaia di persone provenienti sia dalla provincia che dal vicino Molise, era stata ritenuta non adeguata dal punto di vista ambientale e quindi era stata utilizzata per l'attività di frantumazione di inerti.