Napoli

AXA Italia rinnova il suo impegno a fianco della Fondazione Una Nessuna Centomila per sensibilizzare le nuove generazioni sul rispetto e sulla parità di genere. L’iniziativa si concretizza attraverso il progetto educativo “Tok Tok, chi è?”, dedicato agli studenti delle scuole secondarie di primo grado.

La conferenza di presentazione si è svolta a Napoli, nelle sale del Grand Hotel Oriente, e segna l’avvio di un percorso che mira a prevenire la violenza di genere attraverso l’educazione, l’ascolto e la promozione della cultura del rispetto.

Un concerto per diffondere un messaggio forte

L’edizione 2025 del concerto Una Nessuna Centomila si terrà in Piazza del Plebiscito, sempre a Napoli. L’evento, già sold out, vedrà sul palco grandi artisti italiani, tra cui Fiorella Mannoia, e rappresenta un momento di sensibilizzazione per il pubblico del Sud Italia.

Parte dei proventi, 500mila euro, saranno devoluti a dieci centri antiviolenza italiani, contribuendo concretamente alla lotta contro i femminicidi e le violenze di genere.

“Tok Tok, chi è?”: educare i giovani al rispetto

Il progetto educativo “Tok Tok, chi è?” si rivolge agli studenti preadolescenti, una fascia d’età delicata e spesso invisibile, con l’obiettivo di aprire spazi di confronto su: corpo e identità; emozioni e relazioni; socialità e interazione digitale.

La CEO di AXA Italia, Chiara Soldano, e la presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila, Giulia Minoli, insieme alle vicepresidenti Celeste Costantino e Lella Palladino, hanno illustrato le linee guida del progetto. Presenti anche Letizia D’Abbondanza, direttore clienti e comunicazione esterna AXA Italia, e la presidente onoraria della Fondazione, Fiorella Mannoia.

A portare una testimonianza originale è stato lo street artist Greg Goya, sottolineando come l’arte possa contribuire alla sensibilizzazione sociale.

L’Importanza dell’educazione affettiva

L’assessore alle pari opportunità, Emanuela Ferrante, ha ribadito quanto sia cruciale educare i giovani fin dalle prime fasi della crescita. Secondo Ferrante, l’educazione affettiva deve partire dai più piccoli, anche in risposta alla violenza che a volte i ragazzi esercitano tra coetanei.