Benevento

Le parole del Presidente Mattarella, la testimonianza di Mogol e la sua scelta di lasciare una città come Milano per vivere in periferia. Si apre così la settimana edizione del Forum delle aree interne. Nell'ex seminario arcivescovile l'incontro con uno dei più grandi autori italiani ha dato il via alla due giorni organizzata dalla Diocesi di Benevento e quest'anno dedicata al tema “La sfide della bellezza e il futuro creativo”.

Una partecipazione, quella di Giulio Rapetti, in arte Mogol, che com'è stato raccontato dagli stessi protagonisti è nata da un incontro tra l'artista e l'arcivescovo Accrocca per un documentario dedicato alla vita di San Francesco. Un confronto che ha portato alla presenza nel Sannio di Mogol.

Intervistato dal giornalista Nico De Vincentiis, coordinatore del Forum delle aree interne, l'artista ha raccontato la sua scelta di trasferirsi in un'area interna, aprendosi al racconto di una carriera ricca di successi. E ai tanti giovani studenti del De La Salle presenti nell'auditorium ha detto: “Quello che conta è la competenza. La competenza è indispensabile”.

Come detto, però, l'evento è stato aperto con la lettura da parte dell'arcivescovo di Benevento, monsignor Felice Accrocca, della lettera che il Capo dello Stato. Un invito a riflettere sul patrimonio delle aree interne “un patrimonio – scrive il Presidente - di persone e luoghi che non possiamo arrenderci a vedere deperire o, peggio, scomparire”.

La lettera del Presidente Sergio Mattarella

“La questione dei cittadini che vivono nelle cosiddette aree interne del Paese e isole minori, è da tempo un grande argomento nazionale. Su quasi ottomila Comuni, oltre quattromila ricadono in esse. È problema che riguarda un quarto dell’intera popolazione italiana. È un tema dei diritti dei cittadini che vi risiedono e un tema di sottoutilizzo delle risorse che quei territori hanno sempre espresso e possono esprimere. Un patrimonio di persone e luoghi che non possiamo arrenderci a vedere deperire o, peggio, scomparire.

L’attenzione che il Forum da tempo porta a questa condizione e che la Chiesa cattolica ha sollecitato, anche recentemente, con la lettera aperta a Governo e Parlamento, è meritevole di ogni considerazione.

Nel processo di sviluppo indotto dalla Repubblica, grande rilevanza ebbe il programma diretto a colmare i divari, con la politica rivolta a sostegno delle aree depresse. Si propone oggi una questione di analogo spessore: ogni regione si trova  con realtà in cui la distanza di centri abitati da servizi come quelli sanitari e di istruzione superiore, aggravata dalla carenza di trasporti pubblici adeguati, creano condizioni di progressivo spopolamento e abbandono che espongono i territori a ogni calamità.

La ricchezza di energie umane e il valore di risorse che, così, vengono meno, minacciano parte significativa dell’identità irrinunciabile di un Paese policentrico, in cui ciascun luogo testimonia cultura, materiale e immateriale, in cui ambiti preziosi verrebbero ineluttabilmente condannati all’oblio.

È giunto il momento di una riflessione che faccia giustizia di quel luogo comune secondo il quale il diradarsi  della popolazione comporta necessariamente rarefazioni di servizi e abbandono di infrastrutture come quelle delle ferrovie locali. È il contrario: il venir meno di supporti alla convivenza locale, nella sua dimensione civile ed economica, spinge e aggrava la marginalizzazione dei centri minori che, pure, durante la pandemia e in funzione del crescere della digitalizzazione, hanno potuto conoscere significative rivalse, a conferma del ruolo che posso svolgere.

Confidando che il dibattito rechi utili contributi su questa grande sfida, invio auguri di buon lavoro”.