Avellino

Era il 15 luglio 1982 quando i corpi di Antonio Ammaturo e Pasquale Paola furono massacrati a colpi di pistola in un agguato delle Brigate Rosse. Questa mattina, ad Avellino, il ricordo in occasione del convegno dal titolo “La verità ad ogni costo”, organizzato al Polo Giovani della Diocesi di Avellino.

Presenti questa mattina le figlie di Ammaturo, Graziella e Gilda. “Erano anni molto bui: c’era in atto una vera e propria guerra, non soltanto qui in Campania, ma in tutta Italia, e a Napoli ancora di pi – ha ricordato Gilda - Ai giovani si trasmette l’esempio di mio padre. Spero che il suo insegnamento di vita – di non arrendersi mai, anche a costo della propria vita – sia recepito: bisogna sempre ricordare il suo sacrificio. Ma oltre alla memoria, occorre l’impegno di tutti noi per fare in modo che una cosa simile non accada mai più. Un uomo delle istituzioni, un uomo che è morto per difendere lo Stato, non deve essere considerato un pericolo o un obiettivo da eliminare”.

“Spesso si riaprono le pagine di questa storia: si conoscono i nomi degli esecutori, ma non dei mandanti. Si parla della Nuova Camorra Organizzata, delle Brigate Rosse, di una trattativa tra di loro, e anche di un livello politico. E noi siamo ancora in attesa di giustizia, dopo più di 40 anni.
Questa non dovrebbe essere un’istanza soltanto nostra, come famiglia, ma di ogni coscienza civile -ha ricordato Graziella -. Mio padre è morto per difendere ognuno di noi. Dobbiamo chiederci quali verità siano state nascoste, perché a lui è stato impedito di far conoscere le sue indagini. Tutta la documentazione relativa al suo lavoro è andata persa, come accade per molti delitti di quel periodo”.

“Oggi la questura, ma direi tutta la comunità, comprese le scuole, si stringe attorno a questo ricordo – ha detto il questore Pasquale Picone-. Non potevamo non ricordarli in questo momento.
Abbiamo voluto farlo qui, nel Polo Giovani, organizzando un convegno rivolto ai ragazzi. C’è bisogno di risvegliare le coscienze, di far sì che i giovani prendano in mano il loro destino e si impegnino in tutti i campi, soprattutto in politica. Questo è un giorno di riflessione, non solo di commemorazione.
Ascoltiamo i giovani e dialoghiamo con loro. Questi sono i presupposti per poter ricostruire una società migliore, una società più giusta. Impegnarsi anche in politica significa, per i giovani, portare energie nuove, capaci di staccarsi dal passato oscuro che ha caratterizzato anche la nostra Italia”.