Benevento

Riceviamo e pubbichiamo un intervento dell'avvocato Massimo De Pietro.

La Global Summud Flotilla continua imperterrita il suo cammino verso Gaza per l’espletamento della sua missione umanitaria incurante delle minacce di Israele, della mediazione di Mattarella e dei falsi timori di Crosetto fondati su una errata interpretazione del diritto internazionale. Israele, nei giorni scorsi, ha bombardato con droni, gas urticanti ed ordigni la flotilla e minacciato un attacco militare ove provi a forzare il blocco navale.

Il Ministro Crosetto ha inviato a sostegno della missione umanitaria una fregata affrettandosi ad affermare chealcun supporto militare potrà garantire allorquando la flottila entrerà nelle acque territoriali israeliane. Mattarella tenta una mediazione invitando l’organizzazione umanitaria a fermarsi a Cipro, lasciare gli aiuti umanitari che il Patriarca diGerusalemme, Pizzaballa, provvederò a trasportare a Gaza.

Una situazione composita in continuo aggiornamento che richiede chiarimenti sotto l’aspetto normativo e fattuale. La flotilla non commette alcun illecito nel portare gli aiuti a Gaza perché il blocco navale è illegittimo e viola le norme di diritto internazionale. Le acque che bagnano Gaza non sono acque territoriali israeliane, come erroneamente afferma Crosetto, né Gaza è un confine di Israele. Indipendentemente dal riconoscimento o meno dello Stato di Palestina, non sono territori ed acque israeliane. Il diritto internazionale impone che non si possano riconoscere effetti giuridici ad annessioni territoriali illecite. Quindi quel mare, antistante Gaza, non si può attribuire ad Israele. 

La Corte di Giustizia Internazionale nel parere del Luglio 2024 e l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite hanno chiesto ad Israele di cessare l’occupazione illegittima di tutti i territori palestinesi, tra cui Gaza. I fatti sono, quindi, facilmente comprensibili: le navi umanitarie navigano in acque internazionali, con destinazione un territorio che ha diritto al suo mare. Non violano alcuna legge! Chi le attacca commette un atto di guerra. Considerare quelle acque israeliane significa riprodurre la propaganda di uno Stato che usa la forza per trasformare l’occupazione – della terra e del mare – in sovranità.

Il blocco navale, inoltre, è illegittimo nella misura in cui concerne gli aiuti umanitari: benchè sia un istituto di diritto di guerra, esso non può mai essere funzionale ad affamare una popolazione civile. Sarebbe una grave violazione del diritto internazionale umanitario. Non può essere impiegato per impedire l’arrivo di aiuti umanitari, quando i civili, come nel caso de quo, non sono sufficientemente approvvigionati.

La starvation è un crimine di guerra e può essere inteso come uno strumento per realizzare il genocidio, comeappare chiaro nelle ordinanze della Corte internazionale di giustizia che impongono a Israele di permettere gli aiuti come conseguenza dell’obbligo di prevenire il genocidio.