E' stata convocata per domani alle 15, nella sede dell'Alto Calore di Avellino, l'assemblea dei sindaci per la scelta della nuova guida dell'ente di Corso Europa. I sindaci puntano alla scelta di una figura di alto profilo, ma che riporti la politica al centro dell'agenda dell'ex consorzio, che maggiormente diretta espressione della volontà dei territori e dei soci dell'Acs. Ma, soprattutto, su una figura che possa rappresentare un riferimento trasversale, tecnica quanto politica che possa garantire il superamento della fase. I nomi circolati nelle scorse ore erano stati quelli di Tonino Spiniello, Grottolella, Marino Sarno, Volturara, e Anna Oliviero, Torrioni. Ma sono stati i diretti interessati a smentire una simile ipotesi.
Il dopo Lenzi
Nel documento dei sindaci circolato nelle scorse ore si legge: "Un cambio di passo nella governance dell'Alto Calore, con l'individuazione di un amministratore unico scelto collegialmente dai sindaci-soci, fuori dalle logiche dei partiti e orientato esclusivamente all'interesse pubblico dei territori. Ma anche una manifestazione pubblica indossando la fascia tricolore davanti a Palazzo Santa Lucia per chiedere alla Regione nuove risorse e sollecitare l'attuazione degli investimenti già finanziati». Sono queste le linee di indirizzo di un documento unitario sottoscritto dai primi cittadini di 36 comuni irpini e redatto dopo il confronto svolto sabato sera a Pietradefusi.
I profili, sfuma Lariccia
Tanti i profili sondati che col tempo hanno perso quota: come quello di Mario Lariccia la mole di responsabilità è così grande da scongiurare chiunque. Perde corpo anche l’ipotesi Madaro, figura autorevole e di grande esperienza amministrativa. Con l’ombra del concordato e gli aumenti tariffari, Palazzo Santa Lucia potrebbe imporre un nome di fiducia che faccia da garante.
I sindaci esclusi
Per di più a essere esclusi dalla corsa saranno anche i sindaci e amministratori dei Comuni al di sopra dei 15mila abitanti, o che hanno ricoperto ruoli in Municipi che rispettano quanto decretato dall’Articolo 7 del 2013 che recita: «incarichi dirigenziali, interni ed esterni negli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale sono incompatibili con l’assunzione e il mantenimento, nel corso dell’incarico, della carica di componente della giunta o del consiglio comunale di una provincia o di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti».