Con oltre il 99 % dei seggi scrutinati, il PAS ha ottenuto il 50,03 % dei voti e 55 seggi, conquistando da solo la maggioranza assoluta in Parlamento. Il Blocco patriottico filorusso guidato da Igor Dodon si è fermato al 24,26 % con 26 seggi. Altri partiti minori, come “Alternativa”, “Our Party” e “Democracy at Home”, hanno superato la soglia di sbarramento con percentuali comprese tra il 5 e l’8 %, conquistando la possibilità di entrare in Aula. L’affluenza, pari al 52,17 %, è stata la più alta mai registrata nella storia recente della Moldavia. Durante la campagna elettorale non sono mancate le denunce di pressioni e interferenze esterne. La Russia è  stata accusata di avere alimentato campagne di disinformazione e tentativi di condizionamento del voto, soprattutto nelle regioni orientali e nella comunità della Transnistria. Non sono mancati episodi di minacce informatiche e di presunti brogli denunciati dai partiti di opposizione.

Il Cremlino, dopo la diffusione dei risultati, ha espresso dubbi sulla legittimità del processo elettorale, criticando la presunta parzialità delle istituzioni moldave e delle autorità europee. Igor Dodon ha convocato una manifestazione davanti al Parlamento, annunciando che l’opposizione non accetterà passivamente il risultato. Le proteste, fissate per il lunedì successivo al voto, rischiano di trasformarsi in un banco di prova per la stabilità interna del Paese.

Consolidare l’agenda europea
Il PAS ha ora i numeri per avviare con decisione le riforme necessarie all’integrazione europea, in particolare nel settore della giustizia, della lotta alla corruzione e dell’allineamento alle norme comunitarie. La Moldavia resta esposta alle conseguenze del conflitto in corso e alla dipendenza energetica dall’estero. La nuova maggioranza dovrà trovare soluzioni per rafforzare la sicurezza economica ed energetica. Il Paese rimane spaccato: le città e i giovani guardano all’Europa, mentre le campagne e gli anziani restano legati a Mosca. Questa frattura sociale e culturale sarà una sfida cruciale per la stabilità politica.

Relazioni con Russia e attori regionali
Mosca continuerà a esercitare pressioni economiche e politiche, cercando di mantenere la propria influenza. La Moldavia dovrà difendere la propria scelta europea e consolidare i rapporti con i partner occidentali. Le elezioni del 2025 rappresentano un passaggio decisivo per il futuro del Paese. L’Europa può leggere il risultato come un successo della propria strategia di avvicinamento, ma la Moldavia resta fragile, sospesa tra due mondi. La vittoria del PAS rafforza la linea pro-europea di Maia Sandu, ma la mobilitazione dell’opposizione filorussa conferma che la strada verso l’unità nazionale sarà lunga e complessa.