Il Testo unico degli enti locali elenca in maniera precisa le cariche incompatibili con la possibilità di candidarsi. Fra queste, vi sono i prefetti, i viceprefetti e i funzionari di pubblica sicurezza che operano nello stesso territorio in cui intendono presentarsi alle elezioni. La ratio è chiara: chi ricopre ruoli di garanzia dello Stato non può trasformarli, senza una cesura netta, in trampolini politici nella stessa comunità in cui esercita il potere. La legge regionale campana ribadisce questo principio: chi svolge funzioni statali di diretta influenza sul territorio non può candidarsi senza essersi prima liberato da quel ruolo. Non è previsto un termine rigido come quello dei 180 giorni che riguarda altri incarichi, ma l’ostacolo resta concreto.
Le scadenze per le Regionali
Il voto in Campania è fissato per il 23 e 24 novembre 2025. Le liste dovranno essere depositate tra il 24 e il 25 ottobre, a un mese esatto dall’apertura delle urne. È questa la data cruciale: entro quel momento chi è sottoposto a cause di ineleggibilità deve averle rimosse in modo effettivo. Non bastano dichiarazioni o promesse: occorre una cessazione formale e sostanziale delle funzioni prefettizie, con trasferimento, aspettativa o dimissioni reali. Se il prefetto resta in carica fino a quella scadenza, la sua candidatura rischia di essere respinta dall’ufficio elettorale o di essere successivamente invalidata da un giudice in sede di ricorso.
Il caso Di Bari
Il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, guida la prefettura della provincia più popolosa della Campania. L’eventuale candidatura a presidente della Giunta regionale lo esporrebbe in pieno al vincolo previsto dalla normativa, perché la circoscrizione in cui esercita le sue funzioni coincide con quella in cui andrebbe a chiedere i voti. Per sciogliere il nodo, dovrebbe lasciare l’incarico prima del deposito delle liste, rinunciando all’esercizio delle funzioni sul territorio. Non esiste una soglia temporale rigida di 180 giorni che gli impedisca del tutto la discesa in campo. Ma il margine non è infinito: la finestra per una candidatura effettiva si chiude entro fine ottobre. Oltre quella data, la strada diventa sbarrata.
Una candidatura ad alto rischio
Dal punto di vista giuridico, il prefetto Di Bari non è automaticamente fuori tempo massimo. Potrebbe ancora candidarsi, se nelle prossime settimane rinunciasse formalmente e realmente al proprio ruolo a Napoli. Tuttavia, la sua corsa partirebbe con il peso di un rischio giuridico evidente: l’ineleggibilità è materia che si presta a ricorsi e contestazioni, e anche un’eventuale vittoria elettorale potrebbe essere messa in discussione da un contenzioso successivo. Il centrodestra, che guarda con interesse al suo profilo istituzionale, deve dunque fare i conti non solo con l’opportunità politica, ma con la certezza legale della candidatura. Perché in questa partita, oltre alla campagna elettorale, conta soprattutto la legittimità formale del punto di partenza.