Avellino

Giovedì 2 ottobre prossimo, alle ore 17:00, si terrà un nuovo, imperdibile appuntamento della rassegna libraria dell’Archivio di Stato di Avellino “I giovedì della lettura”.

Sarà presentato il volume di Aurelio Musi “Una ‘rivoluzione’ europea. Napoli, Masaniello e la repubblica del 1647-48”.

La presentazione verrà introdotta da Lorenzo Terzi, direttore dell’Archivio di Stato di Avellino. Dialogheranno con l’autore Carla Pedicino, Professore di Storia Moderna presso il Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell’Università degli Studi di Salerno, e Vincenzo Barra, Ricercatore di Storia Moderna presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. L’ingresso è libero.

L’evento si avvale del patrocinio del Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione; del Laboratorio di Documentazione Storica e Patrimonio Culturale digitale (DocStoLab); del Laboratorio Interdisciplinare per gli Studi Euro-Latinoamericani (Lisel) dell’Università degli Studi di Salerno.

Aurelio Musi, uno dei massimi storici dell’Età moderna, è stato professore ordinario di Storia Moderna e Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Salerno. Socio della Real Academia de la Historia, è ufficiale al merito della Repubblica, giornalista, editorialista delle pagine napoletane de “La Repubblica”.

Nel volume che si presenta presso l’Archivio di Stato di Avellino, Musi fa parlare fonti e documenti del tempo, offrendo al lettore molto più di una divulgativa sintesi dei principali eventi della rivolta di Napoli del 1647-48, indelebilmente legata al nome di Masaniello.

Prima di fornire una puntuale rassegna critica delle principali interpretazioni storiografiche, l’autore ricostruisce infatti anche il dibattito storico-politico contemporaneo, la partecipazione attiva degli ecclesiastici - tra lealisti e ribelli - e la sensibilità religiosa del popolo, prestando particolarmente attenzione alle forme di comunicazione politica di chi, non avendo voce, si faceva vedere e sentire attraverso originali e più moderni strumenti, contribuendo alla nascita dell’opinione pubblica.