Gli attivisti a bordo della Global Sumud Flotilla hanno lanciato messaggi radio in cui segnalano che «al momento 20 imbarcazioni stanno venendo verso di noi» e che alcune sono già all’interno della formazione della Flotilla, senza chiarezza sulle loro intenzioni. Poco dopo sono arrivate comunicazioni che riferiscono dell’inizio di un abbordaggio con natanti che si sono affiancati alle imbarcazioni della missione. La Global Sumud dichiara di voler rompere il blocco navale imposto a Gaza, aprire un corridoio umanitario permanente e consegnare aiuti direttamente alla popolazione. La flotta è composta da decine di imbarcazioni e da attivisti provenienti da numerosi Paesi; gli organizzatori sottolineano il carattere pacifico e autorganizzato dell’azione. Global Sumud Flotilla+1

Segnali di ostilità e misure di sicurezza

I partecipanti hanno denunciato interferenze alle comunicazioni e azioni di intimidazione, compresi affiancamenti e, secondo alcuni resoconti, attacchi con droni nelle fasi precedenti della navigazione. Diverse fonti internazionali riferiscono che la marina israeliana si sta preparando a intercettare la flotilla e che alcuni governi europei hanno inviato navi di scorta o espresso preoccupazione per la sicurezza. Organismi internazionali e alcune capitali hanno chiesto cautela e soluzioni che garantiscano sicurezza e consegna di aiuti tramite canali umanitari riconosciuti; gli organizzatori della Flotilla, tuttavia, respingono offerte di trasferimento dei carichi a intermediari, sostenendo l’importanza simbolica e politica del loro passaggio diretto verso Gaza. Prima della possibile perdita di collegamento — citata dagli stessi attivisti — l’invito è stato a sostenere la Global Sumud Flotilla e «soprattutto il diritto all’esistenza del popolo palestinese». Gli operatori umanitari e le istituzioni osservano con preoccupazione l’evolversi della situazione, data la storicità e la sensibilità del contesto marittimo attorno a Gaza.