Caserta

Maurizio Ammendola, il presunto capo della cellula neonazista “Nuovo Ordine di Hagal”, è evaso dai domiciliari a Maddaloni (Caserta) nella notte scorsa, poco dopo aver appreso che la Cassazione aveva autorizzato il suo trasferimento in carcere. La fuga, avvenuta intorno alle 4 di martedì mattina, getta ora una luce d’allarme sulle attività eversive del gruppo, che includevano anche un progetto di attentato con un bazooka in un centro commerciale alle porte di Napoli.

 

Ammendola, condannato in primo grado lo scorso dicembre a 5 anni e 6 mesi per la guida dell’organizzazione suprematista, ha rotto il braccialetto elettronico e abbandonato l’abitazione prima che le forze dell’ordine potessero eseguire il provvedimento. Con lui, nel processo che ha coinvolto la Procura di Napoli e la Direzione nazionale antimafia, erano stati condannati anche Michele Rinaldi (5 anni e 6 mesi), Gianpiero Testa (3 anni e 6 mesi) e Massimiliano Mariano (3 anni).

Il gruppo, attivo tra Caserta e Napoli, si era distinto per una pericolosa capacità di proselitismo e per aver pianificato azioni violente, tra cui l’attacco al centro commerciale. Al termine del primo grado, era stata disposta la scorta per il pm Claudio Orazio Onorati, che aveva condotto le indagini insieme al pm della Dna Antonello Ardituro e al procuratore nazionale antimafia Gianni Melillo.

Con l’evasione di Ammendola, è ora possibile un rafforzamento delle misure di protezione per il magistrato Onorati, che seguirà il processo d’appello – in partenza il prossimo 7 ottobre – contro gli altri imputati della cellula.

La fuga del leader, mentre la giustizia si apprestava a stringere ulteriormente il cerchio, riaccende i riflettori sulla minaccia di gruppi eversivi e sulla loro capacità di colpire anche nel cuore della Campania.