Avellino

Le raccomandazioni del 2019 propongono, per i pazienti a rischio cardiovascolare, il raggiungimento di una riduzione dei valori di LDL-colesterolo (il colesterolo cattivo) fino a 0,55 g/L.

La nostra esperienza suggerisce che questi valori è bene che siano raggiunti anche da coloro che non sono a rischio cardiovascolare evidente. I candidati all’intervento farmacologico sono in particolare i portatori di ipercolesterolemia primaria (eterozigote familiare e non familiare, in più i portatori di ipercolesterolemia omozigote familiare e non familiare), in complemento di un regime alimentare.

La terapia comune raccomandata è quella con le statine, magari associate all’ezitimibe, che oltre a ridurre il tasso di LDL-colesterolo presentano effetti pleiotropici (riduzione e stabilizzazione di eventuali placche aterosclerotiche nelle arterie). Ma le statine non sono esenti da possibili fenomeni collaterali, quali per esempio, danni muscolari che possono arrivare ad un evento grave che è la rabdomiolisi, o a favorire la comparsa di un diabete latente.

Cosa fare allora? Facciamo un po' di storia. Nella fine del secolo scorso, nei centri di ricerca francofoni e anglofoni dei quali il sottoscritto è ancora membro effettivo, fu scoperta una proteina di origine genetica presente sempre nei portatori di importanti ipercolesterolemie familiari, la proteina alla quale fu dato l’acronimo PCSK9, che sta per “proprotéine convertase subtilisine/kexine di tipo 9”.

Questa proteina, geneticamente prodotta impedisce alle cellule del fegato di demolire le molecole di LDL-colesterolo che, a questo punto, si accumulano nel sangue e vanno a “sporcare” le arterie. Dopo qualche decennio di ricerche, sono stati sintetizzati finalmente anticorpi monoclonali anti PCSK9, che sono stati immessi in commercio come farmaci anti-colesterolo. I risultati sulla riduzione degli eventi cardiovascolari e sulla riduzione della mortalità connessa sono strabilianti. Le molecole impiegate sono Alirocumab della Sanofi, Evolucumab della Amgen, e come ultima, Inclisiran della Novartis.

L'autore è Medico - Endocrinologo