L’Italia si conferma un Paese dove il gioco resta un fenomeno diffuso e complesso, con rischi che variano sensibilmente da una regione all’altra.
Per fotografare questa realtà, Imco ha elaborato un indice che misura il rischio di sviluppare comportamenti problematici legati al gioco, combinando dati ufficiali provenienti da Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), Istituto Superiore di Sanità (ISS), Ministero della Salute e Federconsumatori.
Dallo studio emergono tre evidenze chiave a livello nazionale: il divario tra regioni con spesa pro capite e capillarità molto alte e quelle a bassa densità abitativa, il peso crescente della prevalenza di gioco problematico (GAP) in alcune aree del Sud, e la capacità limitata di molte regioni di bilanciare il rischio con un numero adeguato di strutture di prevenzione.
Per quanto riguarda la Campania, i dati più significativi sono:
Spesa pro capite di 2.600 euro, la più alta del Sud e seconda in Italia solo alla Lombardia, indice di un forte coinvolgimento economico.
Prevalenza Gap al 3,0%, fra i livelli più elevati, molto superiore ad Abruzzo (1,4%), Molise (1,0%) e Basilicata (0,9%).
Accessibilità di 340 punti gioco ogni 100.000 abitanti, tra le reti più fitte del Paese e la più estesa nel Mezzogiorno.
Campania, allarme ludopatia: è la seconda regione più a rischio, prima al Sud
Un nuovo studio elabora il primo indice regionale di rischio ludopatia sulla base di dati ADM, ISS e Ministero della Salute.
Il gioco è una realtà diffusa in tutto il Paese, ma i dati dimostrano come il rischio di sviluppare comportamenti problematici non sia uniforme. Un nuovo studio condotto da Imco ha calcolato un indice regionale di rischio ludopatia, elaborato a partire da fonti ufficiali - Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), Istituto Superiore di Sanità (ISS), Ministero della Salute e Federconsumatori - e costruito su parametri oggettivi: spesa pro capite, prevalenza Gap, accessibilità ai punti di gioco e interventi di prevenzione attivati a livello locale.
I risultati mostrano un’Italia divisa in più velocità: da un lato regioni con alta spesa e una rete capillare di punti gioco, dall’altro territori a bassa densità abitativa che registrano valori sensibilmente inferiori. Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia emergono come aree particolarmente a rischio, mentre Molise, Basilicata e Valle d’Aosta si collocano nella fascia più bassa.
La Campania è la realtà più esposta del Sud con indice 0,83, combinazione di alta spesa, prevalenza Gap elevata e accessibilità molto ampia.
Nel confronto con Puglia e Calabria mantiene valori comparabili o superiori su tutti gli indicatori chiave; le 28 strutture di intervento affiancano un fenomeno comunque rilevante. La fotografia conferma un profilo di rischio strutturalmente alto; va però ribadito che lo studio copre esclusivamente i punti gioco fisici, non l’online, che per la sua continuità d’accesso potrebbe accrescere l’esposizione.
“La lettura dei dati consente di comprendere meglio i fattori che concorrono a determinare le diverse esposizioni al rischio e mette in evidenza come prevenzione e supporto possano avere un ruolo importante nel contenerne gli effetti", spiega Claudio Poggi, esperto di Imco. "In definitiva, il gioco resta una realtà radicata e complessa: affrontarlo con responsabilità, sia da parte dei singoli che delle istituzioni, rappresenta la condizione necessaria per mantenerlo entro i confini di un’attività consapevole e sicura”.