Salerno

Sviluppato uno 'spray nasale' contenente minuscole particelle d'oro che, come navicelle, veicolano una cura direttamente nel cervello: l'idea, già brevettata, si deve a ricercatori dell'Università Cattolica - Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, e potrebbe essere utile per il trattamento e la prevenzione delle patologie neuropsichiatriche e neurodegenerative.

I dettagli

Si tratta di nanoparticelle d'oro caricate di litio (già in uso clinico per la sindrome maniaco-depressiva, ma in formulazione orale, non scevra da effetti collaterali) per contrastare malattie quali il disturbo bipolare e l'Alzheimer o infezioni cerebrali come quelle da Herpes Simplex Virus di tipo 1, che di recente diversi studi hanno collegato a maggior rischio di malattie neurologiche.

Pubblicata sulla rivista Advanced Materials, la ricerca è stata svolta in collaborazione con l'Università di Salerno ed è stata guidata da Claudio Grassi e Roberto Piacentini della Cattolica, Alfonso Grassi e Antonio Buonerba dell'Università di Salerno. Nei primi test gli esperti hanno dimostrato che è possibile inibire direttamente nel cervello l'attività di un enzima che svolge un ruolo chiave nello sviluppo delle suddette malattie (la Glicogeno Sintasi Chinasi-3 beta, GSK-3β) mediante litio veicolato dalle nanoparticelle d'oro somministrate per via intranasale. Questo innovativo approccio terapeutico permette di ottenere gli stessi effetti del litio normalmente somministrato per via orale ma utilizzando concentrazioni di questo ione nettamente inferiori e indirizzandolo specificamente all'organo bersaglio, il cervello, riducendo in tal modo il rischio di effetti collaterali. Sono attualmente in corso studi volti a verificare altri ambiti di applicazione di questo dispositivo e a completare la valutazione della sua sicurezza al fine di poter procedere rapidamente ad una sua applicazione in ambito clinico.