Napoli

 

Uno studio italiano condotto a Napoli ha scoperto nel sangue di pazienti affetti da Parkinson delle alterazioni metaboliche specifiche, aprendo la strada a potenziali nuove strategie terapeutiche combinate. La ricerca, condotta dal Ceinge Biotecnologie Avanzate di Napoli e pubblicata sulla rivista Npj Parkinson's Disease, identifica anomalie assenti in soggetti sani, suggerendo che correggerle potrebbe potenziare l’efficacia delle cure attuali.

Lo studi  ha coinvolto 69 pazienti. Alla ricerca hanno partecipato anche le Università della Campania 'Luigi Vanvitelli', di Pavia, di Salerno, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Federico II di Napoli, insieme alle Fondazioni Mondino di Pavia e Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. La ricerca si è concentrata su due aspetti chiave: il metabolismo degli amminoacidi, i "mattoni" delle proteine, e quello di molecole legate ai mitocondri, le centrali energetiche delle cellule. Secondo i ricercatori, guidati da Alessandro Usiello, Enza Maria Valente e Andrea Urbani, intervenire su questi squilibri potrebbe affiancarsi alle terapie esistenti, che oggi mirano principalmente a contrastare la neurodegenerazione.

"Questo studio esplorativo, se confermato in casistiche più ampie, potrebbe rivelare nuovi scenari e portare ad approcci terapeutici combinati", commenta Usiello. Restano però da chiarire le cause molecolari alla base di queste anomalie e capire se fattori come il sesso o il profilo genetico dei pazienti possano influenzarle.

I risultati pongono le basi per una nuova frontiera nella lotta al Parkinson: non solo contrastare i sintomi, ma ripristinare l'equilibrio metabolico per rendere le cure più efficaci. La sfida successiva sarà validare queste scoperte su un campione più vasto, per trasformare un'osservazione di laboratorio in una concreta opportunità terapeutica.