di Paola Iandolo
"I territori più esposti coincidono con la Valle del Sabato, l’area montorese e solofrana, oltre al capoluogo e ai comuni limitrofi". A precisarlo il procuratore di Avellino, Domenico Airoma che stamane ha presentato i dati di uno studio effettuato di concerto con l'istituto superiore della Sanità. “Si tratta soprattutto della parte occidentale della provincia: il capoluogo, i comuni limitrofi, la Valle del Sabato e tutta l’area solofrana e montorese”. Sul fronte della contaminazione, il procuratore non ha nascosto la gravità dei riscontri: “Sono state intercettate sostanze inquinanti nell’aria e nei corsi d’acqua. Non dimentichiamo che c’è stato persino un comune che ha dovuto sospendere l’attingimento dell’acqua potabile: un dato davvero preoccupante”. Dal punto di vista giuridico, Airoma ha ribadito la responsabilità penale anche per chi aggrava un danno ambientale già esistente: “Non dobbiamo pensare che, se una realtà è già contaminata, questo giustifichi ulteriori comportamenti inquinanti. Chi contribuisce a peggiorare una situazione compromessa ne risponde penalmente. E c’è anche la responsabilità per l’omessa bonifica”. L’inchiesta, ha aggiunto, si muove in stretta collaborazione con la Procura Generale, Aldo Policastro: “Questo significa che stiamo lavorando insieme, con obiettivi comuni e con un metodo scientifico condiviso. Il nostro compito, in questa fase, è individuare i principali focolai di rischio ambientale per la salute, così da restringere il campo dei potenziali responsabili”.
Policastro: “Industria e salute non sono nemici”
Il Procuratore Generale di Napoli, Aldo Policastro, ha evidenziato la necessità di un approccio coordinato, definendolo “modello della sinergia”: “A livello distrettuale sto convocando periodicamente riunioni dedicate all’ambiente. Ho rafforzato il gruppo ambiente e stiamo lavorando per la tutela del territorio, del demanio e delle foreste. Anche per il fiume Sarno stiamo potenziando gli strumenti tecnico-scientifici a nostra disposizione”. Policastro ha poi sottolineato il rischio di infiltrazioni criminali nelle fasi di bonifica: “La criminalità organizzata è sempre pronta a inserirsi nei grandi affari. È entrata nella gestione illecita dei rifiuti e può entrare anche nelle attività di bonifica. La vigilanza deve restare alta, sia nella repressione sia nella prevenzione, per evitare infiltrazioni quando si interviene per ripristinare i territori”. Infine, il procuratore generale ha ribadito che sviluppo economico e tutela dell’ambiente possono convivere: “La buona industria e il buon sviluppo non sono nemici della salute e dell’ambiente. Ma l’imprenditore deve considerare tra i costi anche quelli legati alla tutela della salute dei lavoratori, dei cittadini e dell’ambiente. Se il profitto diventa l’unico obiettivo, il danno ambientale è inevitabile”.