Napoli

Nuovi, sconvolgenti retroscena emergono dalle indagini sul sequestro lampo del quindicenne di San Giorgio a Cremano, rapito l’8 aprile scorso e tenuto in ostaggio per otto ore in un appartamento di Barra. Le dichiarazioni di un arrestato dipingono un affare di camorra, dove l’antica Festa dei Gigli di Barra sarebbe uno strumento per riciclare denaro.

Le Rivelazioni del Pentito
A parlare è Antonio Amaral Pacheco de Olivera, 24enne arrestato con l’accusa di concorso nel sequestro. Il suo interrogatorio, datato 30 giugno e depositato al tribunale del Riesame, è agli atti dell’inchiesta dei pm Stefano Capuano e Henry John Woodcock. Secondo Amaral, la storica Festa dei Gigli di Barra non è solo una tradizione popolare, ma un meccanismo di "cassa" per le cosche. «Ogni Giglio è associato a un clan», ha affermato.

Il Ruolo del Padre e i Sospetti sui Finanziamenti
Proprio in questo intreccio tra affari e criminalità si muove la figura del padre del ragazzo rapito, un imprenditore dell’area orientale di Napoli. Amaral sostiene che l’uomo gestirebbe uno dei Gigli «insieme alla famiglia Cuccaro di Barra». All’origine del suo patrimonio, una somma ingente: un finanziamento di «cinque milioni in contanti» che avrebbe ricevuto, secondo quanto appreso da terze persone, da Angelo Cuccaro, esponente del clan. Denaro che l’imprenditore avrebbe poi «fatto fruttare, investendola».

Il Sequestro: Otto Ore di Terrore
È in questo scenario che gli investigatori ipotizzia possa essere maturato il sequestro. L’8 aprile, il quindicenne fu prelevato con la forza da un furgone mentre andava a scuola. I banditi chiesero al padre un riscatto da un milione e mezzo di euro, che non fu mai pagato. Il ragazzo fu rilasciato dopo otto ore all’uscita della tangenziale di Licola.
Amaral, descrivendo le ore di prigionia, ha dichiarato che la vittima «fu legata alla sedia e imbavagliata per circa sei ore». Alla domande dei magistrati, ha aggiunto: «L’ho trattato bene, anche cercando di rassicurarlo. Gli ho chiesto se volesse mangiare o andare in bagno. Ha solo chiesto di bere».

Indagini in Corso e Omissis
Molti passaggi degli interrogatori, incluso un successivo colloquio dell’11 luglio, sono coperti da omissis, a significare che le indagini della Squadra Mobile sono ancora in piena attività. Le perquisizioni di fine luglio in un centro sportivo di San Giorgio a Cremano, un tempo in disponibilità del padre del ragazzo, confermano l’ampiezza delle piste seguite dagli investigatori.
Il caso del sequestro lampo si trasforma sempre più in un affondo contro l’economia sotterranea della camorra, dove le tradizioni si annodano ai business illeciti e i rapimenti diventano l’estrema ratifica di un potere criminale.