Santa Lucia di Serino

di Paola Iandolo 

"E' un sequestro di eccezionale portata”. Così è stata commentata l’operazione, eseguita dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino e coordinata dalla Procura della Repubblica che ha smantellato il traffico di droga in Irpinia, dal comandante provinciale della Guardia di Finanza di Avellino, il colonnello Leonardo Erre. I militari delle fiamme gialle ieri in una valigia di juta hanno ritrovato circa 300 chilogrammi di sostanze stupefacenti tra hashish, cocaina e metanfetamina, nascosti in una casa nel cuore dell’Irpinia. La Guardia di Finanza di Avellino ha arrestato in flagranza Silvestro D’Agostino, 38 anni, agricoltore, incensurato, residente a Santa Lucia di Serino. L’uomo è ritenuto gravemente indiziato di produzione, traffico e detenzione di stupefacenti.

Tutto è iniziato durante un’attività di controllo sul territorio. Una pattuglia della Guardia di Finanza ha notato D’Agostino uscire dalla propria abitazione con una valigia di juta. Il comportamento, giudicato sospetto, ha spinto i militari a intervenire. All’interno, la sorpresa: diversi chilogrammi di hashish.  La successiva perquisizione domiciliare ha portato al rinvenimento di centinaia di chili di droga, nascosti in casa, in particolare nella cucina, all’interno degli stipetti.

“I sacchi erano ben confezionati, ma senza particolari accorgimenti di occultamento”, ha spiegato il tenente colonnello Mario Aliberti durante la conferenza stampa di questa mattina. Arrivato da pochissimo presso il Comando di Avellino. "Dopo il controllo, abbiamo immediatamente avvisato l’autorità giudiziaria, che ha disposto l’arresto”.  “In questo caso non si può parlare di spaccio, ma di traffico di un certo rilievo,” ha chiarito il colonnello Leonardo Erre, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Avellino.

“L’area potrebbe essere utilizzata non solo come territorio di transito, ma anche come punto di stoccaggio di ingenti quantitativi di droga”. Per la Guardia di Finanza " il sequestro è un punto di partenza. Non ci accontentiamo del sequestro. Restano da approfondire diversi aspetti, come le modalità di imballaggio e la catena di approvvigionamento. Queste indagini non si fermano: l’obiettivo è recidere ogni legame tra il territorio e i traffici di droga organizzata”.

"L'Irpinia e la tranquillità delle zone rurali può essere sfruttata per conservare e smistare il prodotto. Operazioni di questo tipo non possono essere attribuite a una sola persona: si deve necessariamente parlare di criminalità organizzata. La quantità sequestrata, le modalità di confezionamento e la varietà delle sostanze portano gli investigatori a ritenere che dietro ci sia una struttura logistica e finanziaria ben definita. È evidente che la sostanza sia arrivata sul nostro territorio con l’intento di essere successivamente distribuita — ha aggiunto Erre — e queste fasi saranno oggetto di ulteriori approfondimenti”. L'agricoltore non utilizzava “Nessun sistema di occultamento particolare, probabilmente per agevolare la movimentazione. Potrebbe essere segno di inesperienza, ma anche di una certa tranquillità legata al contesto territoriale”

D’Agostino, secondo quanto riferito, era un agricoltore insospettabile. “È un profilo tipico di chi vive in un contesto normale, con una vita apparentemente regolare — ha commentato Erre — ma può accadere che persone senza precedenti scelgano la via del guadagno facile. In ogni caso, le indagini stabiliranno se agiva da solo o come parte di una rete più ampia”. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino, proseguono per accertare la provenienza della droga e i canali di approvvigionamento. Il comandante Erre ha precisato che l’area del Serinese e del Montorese era già monitorata: “Avevamo avviato un pattugliamento discreto nella zona, che negli ultimi mesi aveva destato attenzione per precedenti sequestri di cannabis. L’auto dell'indagato era stata notata per un insolito andirivieni: sembrava trasportare materiale agricolo, ma i nostri operatori hanno avuto l’occhio giusto”.