Benevento

Assoluzioni e prescrizioni sono state decise dal Tribunale nel processo nato da un'indagine sull'affidamento del servizio rifiuti a Durazzano e Cusano Mutri.

In particolare, l'assoluzione, perchè il fatto non sussiste, dall'accusa di corruzione, è scattata per l'ingegnere Nicola Russo (avvocato Alberto Mignone), responsabile pro-tempore dell'Area tecnica dei due Comuni, e Giuseppe Votino (avvocati Nicoletta Verlezza e Monica Marro) , di Montesarchio, indicato come il gestore di fatto di una società cooperativa sociale onlus di Cervinara impegnata nella raccolta e il trasporto dei rifiuti. Entrambi rispondevano anche di abuso d'ufficio, un reato che non esiste più, mentre Russo era imputato anche di falso e minaccia: due addebiti per i quali è stata dichiarata l'intervenuta prescrizione. Il Pm aveva chiesto la condanna a 5 anni, ritenendoli responsabili delle condotte contestate in una indagine dei carabinieri avviata dopo la denuncia di un imprenditore cusanese e supportata dal contenuto delle intercettazioni di alcuni colloqui.

Secondo gli inquirenti, dal 2013 e fino al 2019 sarebbe stato turbato “il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto degli atti di affidamento diretto e in proroga al fine di condizionare la modalità di scelta del contraente e favorire la Società cooperativa, per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti differenziati (carta, cartone, vetro e plastica e fitto cassoni a tenuta) del Comune di Durazzano”, per l’importo complessivo di 605mila euro, “così eludendo il rispetto di una regolare procedura concorrenziale”. Le stesse modalità sarebbero state adoperate per l’affidamento del servizio di raccolta (porta a porta), trasporto rifiuti, conferimento (e relativo pagamento) presso impianti autorizzati e gestione isola ecologica nel territorio del Comune di Cusano Mutri”, dal 04.01.2016 al 08.08.2019”, per un importo complessivo di 1 milione e 200mila euro.

A detta della Procura, Russo, “ omettendo di espletare la procedura di evidenza pubblica, frazionava illegittimamente l’appalto relativo ai predetti servizi e lo affidava direttamente e in modo continuativo in favore della Onlus, mediante proroghe mensili motivate apparentemente dall’indispensabilità di garantire l’espletamento del prosieguo dell’attività di raccolta differenziata dei rifiuti”.

Inoltre, “quale Responsabile dell’Area Tecnica dei due Comuni, per compiere e per aver compiuto atti contrari ai doveri d’ufficio, consistenti nell’adozione delle determine di proroga dell’affidamento dei servizi di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani nonché per l’accelerazione dei pagamenti dovuti per tali servizi”, avrebbe “ricevuto dal gestore di fatto della società (presunte ndr) utilità personali”.