di Paola Iandolo
Ha fatto scena muta davanti al gip del tribunale di Avellino, Francesco Carlo Liotti finito in carcere con le accuse di essere il basista della banda dedita alle rapine alle gioiellerie. Affiancato dal suo avvocato, Costantino Sabatino si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia.
Non è escluso che nei prossimi il suo legale presenti istanza di riesame per chiedere l’attenuazione della misura emessa nei suoi confronti. Domani invece comparirà davanti al gip l’altro indagato, 40enne di Aiello, Stefano Giella finito ai domiciliari e difeso dall'avvocato Rolando Iorio.
I dettagli per portare a termine la tentata rapina alla gioielleria Gioia di Mercogliano sono stati definiti in un autolavaggio di via Giulio Acciai, a Quattrograna Est. Da lì è partita e ha fatto ritorno l’auto, una T-Roc con targa falsa, fornita dal pregiudicato Francesco Liotti. Nell'autolavaggio si sono tenuti diversi incontri per definire ruoli e compiti.
"Dovevo limitarmi a fare aprire la porta della gioielleria". Ha raccontato una delle donne finite in carcere a giugno e individuate dalla polizia. La donna ha precisato che Liotti è stato l'organizzatore della rapina e ha fornito ai rapinatori l'auto di un cliente, la T-Roc dopo aver sistemato targhe di cartone.