Napoli

A Napoli, nel cuore del centro storico, diverse scuole sono state occupate dagli studenti in segno di solidarietà con la popolazione di Gaza. I dirigenti scolastici coinvolti si sono detti solidali con le motivazioni della protesta, ma allo stesso tempo hanno rivolto un appello al ritorno in aula, per trasformare l’impegno civile in un dialogo educativo e costruttivo.

Presidi solidali con gli studenti

In una lettera firmata da cinque dirigenti scolastici — Stefania Colicelli (Liceo Vittorio Emanuele Garibaldi), Vittorio Delle Donne (Liceo Genovesi), Palmira Masillo (I.S.I.S. Casanova), Simona Sessa (Liceo Artistico Statale di Napoli) e Vincenzo Varriale (Liceo Margherita di Savoia) — viene espressa adesione ai valori di umanità e ripudio della violenza sostenuti dagli studenti.

“Di fronte alle catastrofi umanitarie e culturali che caratterizzano questi ultimi anni non possiamo restare indifferenti”, si legge nella lettera.
“Abbiamo il dovere di formare cittadini consapevoli, capaci di comprendere il presente e di immaginare un futuro migliore”.

La scuola come luogo di dialogo e confronto

I presidi ribadiscono che la solidarietà verso gli studenti deve manifestarsi attraverso gli strumenti propri della scuola: il dialogo, la cultura, l’istruzione e il senso civico.
Tuttavia, sottolineano che le occupazioni scolastiche rischiano di rallentare il confronto e di escludere parte della comunità scolastica da un dibattito necessario.

“Invitiamo studentesse e studenti a consentire sempre il regolare svolgimento delle lezioni, così da realizzare un dialogo concreto e costruttivo”, scrivono i dirigenti.

Obiettivo: costruire una cultura della pace

I dirigenti del centro storico di Napoli propongono di promuovere iniziative educative e culturali per riflettere sulle cause e le conseguenze del conflitto israelo-palestinese, e più in generale, sulle guerre nel mondo.
L’obiettivo è rafforzare la cultura del rispetto dei diritti umani, della pace e della solidarietà tra i popoli.