Un presidio concreto contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo. È stato inaugurato oggi a Napoli, presso l’Ispettorato dell’Area Metropolitana, il nuovo sportello multilingue “ALT Caporalato T.R.E.”, un punto di ascolto e assistenza dedicato ai lavoratori stranieri. L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), offre un supporto qualificato e riservato per far emergere situazioni di irregolarità e abusi.
Il servizio si avvale di personale ispettivo specializzato dell’INL e di mediatori culturali dell’OIM, garantendo un canale di comunicazione protetto e superando le barriere linguistiche e culturali. L’obiettivo è intercettare i lavoratori più vulnerabili, spesso impossibilitati a denunciare a causa del loro status giuridico o della paura di ritorsioni.
All’inaugurazione hanno partecipato le massime autorità locali, dal Prefetto di Napoli Michele di Bari al Procuratore Generale Aldo Policastro, segnale di un’azione di contrasto che unisce diverse istituzioni. Lo sportello di Napoli è il nono di una rete nazionale e il primo attivato nell’ambito del progetto "ALT Caporalato T.R.E. - Tutela, Resilienza ed Emersione", finanziato dal Ministero del Lavoro attraverso il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione.
“L’apertura di questo sportello rappresenta un passo importante nella tutela dei diritti dei lavoratori migranti”, ha dichiarato Giovanni Abbate, Project Manager dell’OIM. “Lavorando fianco a fianco con l’Ispettorato, intendiamo facilitare l’emersione delle situazioni di sfruttamento, garantire l’accesso ai meccanismi di protezione e rafforzare la fiducia tra le istituzioni e i lavoratori stranieri. Solo attraverso la collaborazione e la presenza costante sul territorio possiamo costruire percorsi di inclusione e legalità più efficaci”.
L’iniziativa punta a consolidare una rete territoriale stabile, andando oltre i controlli sporadici e favorendo un rapporto di continuità con la comunità dei lavoratori migranti.
Con questo nuovo presidio, Napoli si dota di uno strumento cruciale per combattere una piaga sociale profondamente radicata, puntando sull’integrazione tra vigilanza e mediazione culturale per costruire alternative percorribili di legalità.