Una speranza concreta nella lotta al melanoma avanzato arriva dall’Italia, e precisamente dall’Istituto Pascale di Napoli. Un vaccino a mRNA “fisso”, sviluppato per essere unico per un’ampia categoria di pazienti, ha raddoppiato l’efficacia delle cure in persone che avevano esaurito tutte le terapie standard. L’annuncio dei risultati, che segnano una svolta, è stato dato dal dottor Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma del Pascale, al congresso mondiale della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) a Berlino.
A portare il nome di Napoli e dell’eccellenza oncologica campana nella ribalta internazionale è il vaccino BNT111. Si tratta del primo vaccino terapeutico a mRNA “fisso” – quindi non personalizzato – a dimostrare una tale efficacia, promettendo di essere più semplice ed economico da produrre.
Ascierto: "Istruisce il sistema immunitario a colpire il tumore"
Il dottor Paolo Ascierto, punto di riferimento mondiale in oncologia, ha spiegato il funzionamento della terapia in conferenza stampa. “BNT111 – ha affermato Ascierto – utilizza la tecnologia a RNA messaggero, ma con un obiettivo diverso dai vaccini anti-Covid: qui non preveniamo un virus, ma curiamo un tumore. Il nostro vaccino è ‘fisso’ perché non viene costruito sul singolo paziente, ma è valido per la maggior parte di loro. Insegna al sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule di melanoma che esprimono quattro specifiche proteine”.
In pratica, come un manuale di istruzioni, l'mRNA guida le cellule del paziente a individuare e combattere il cancro in modo mirato.
Lo studio: raddoppiati i tassi di risposta
La ricerca, coordinata dal team napoletano, ha coinvolto 184 pazienti con melanoma in stadio avanzato per i quali altre cure non avevano funzionato. I dati presentati da Ascierto sono definiti "oltre le aspettative". La combinazione del vaccino BNT111 con l’immunoterapico cemiplimab ha fatto registrare un tasso di risposta del 18%, quasi il doppio rispetto al 10% che era il riferimento storico per questi pazienti.Addirittura, in una percentuale significativa di casi (l’11,7%) si è arrivati a una risposta completa, con la scomparsa totale del tumore.
Sopravvivenza a lungo termine: risultati promettenti
I dati a 24 mesi confermano il potenziale del nuovo approccio. Quasi la metà (47,8%) dei pazienti trattati con la combinazione era ancora viva a due anni, e un quarto di loro (25%) non mostrava segni di progressione della malattia.
Una vittoria per la ricerca napoletana
Questi risultati non rappresentano solo un avanzamento scientifico globale, ma sono anche un fiore all'occhiello per la ricerca oncologica italiana, guidata in questo caso dall’esperienza del dottor Ascierto e dell’Istituto Pascale. Dimostrano che un approccio “universale” e più accessibile al melanoma è possibile, e gettano le basi per future applicazioni contro altri tumori, tutto con il segno distintivo dell'eccellenza napoletana.